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Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire.
Italo Calvino
Francesco Erbani L’Italia che non ci sta I come Italia. L'Italia che organizza da sé il futuro, non si rassegna e che Francesco Erbani racconta, dalle valli venete ai monti abruzzesi, dai borghi spopolati in Calabria al napoletano Rione Sanità. Questo libro è un viaggio in luoghi in cui è possibile osservare un’Italia in movimento, che ripopola luoghi abbandonati e custodisce un bene culturale, che applica precetti di sobrietà e di ostinazione; che crede nella dignità del lavoro, che si batte contro il suo sfruttamento e ritiene che, oltre a fornire compensi economici, essa induca un cambio di passo nella propria vita, apra inedite prospettive e svolga un servizio di cui beneficia una collettività piú vasta, di cui si avvantaggiano un luogo e un territorio. Il punto di vista che anima il viaggio è essenzialmente dal basso: il mestiere del cronista detta numerose regole, fra le quali devono primeggiare l’andare a vedere, l’ascolto, il contatto diretto – insostituibili metodi di conoscenza, potenziati e non sostituiti dalla Rete. Il viaggio si nutre delle storie concrete di persone e degli spazi in cui esse agiscono, storie individuali, piú spesso collettive, di relazioni con l’ambiente, di interlocuzione e di conflitti. Francesco Erbani, giornalista, scrive sulle pagine culturali di «la Repubblica» e si occupa, tra l'altro, di paesaggio e patrimonio culturale. Tra i suoi ultimi libri, ricordiamo Roma. Il tramonto della città pubblica (Laterza 2013), Pompei, Italia (Feltrinelli 2015) e Non è triste Venezia (Manni 2018). Per Einaudi ha pubblicato L'Italia che non ci sta. Viaggio in un paese diverso (2019). Ha vinto il premio Cederna e il premio Bassani.
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