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Hamid, Le civiltà del disagio


collana: Fuori collana Einaudi
editore: Einaudi
data pubblicazione: 14/06/2016
pagine: 208
prezzo: € 19,50
ISBN: 9788806225100
a cura di:
traduzione di: Norman Gobetti
argomento:
formato: brossura

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Mohsin Hamid

Le civiltà del disagio

Dispacci da Lahore, New York e Londra

 

La penna acuminata e sottile dell'autore del Fondamentalista riluttante in una raccolta di saggi su arte, politica e «guerra al terrore».

«Se la globalizzazione ha da prometterci qualcosa, qualcosa che possa spingerci ad accogliere a braccia aperte il caos che ne deriva, allora quel che ha da prometterci è questo: saremo piú liberi di inventare noi stessi». Con tale dichiarazione di intenti si apre questa raccolta di articoli e brevi saggi di uno dei piú provocatori e stimolanti narratori del nostro tempo. Ma nel mondo globalizzato abbiamo davvero la libertà di inventare noi stessi? Tutto sembra indicare il contrario, perché ogni pretesto è buono per imprigionarci in quelle «illusioni dilaganti, pericolose e potenti» che portano il nome di civiltà. Hamid lo chiama il giogo del depistaggio: «Ci viene detto di dimenticare le fonti del nostro disagio perché c'è in gioco qualcosa di piú importante: il destino della nostra civiltà». E cosí finisce per sembrarci inevitabile che provare inutilmente a respingere l'immigrazione e a sigillare le frontiere sia piú importante che porre rimedio al disordine economico e alle crescenti disparità sociali. Muovendosi fra i ricordi personali e la riflessione politica, fra la letteratura e la cronaca, Hamid guarda al mondo che ci circonda con gli occhi di uno scrittore cresciuto fra il Pakistan e gli Stati Uniti, vissuto a Londra e tornato di recente ad abitare a Lahore. E leggendolo noi scopriamo che forse è possibile liberarsi dal giogo del depistaggio, e «mettersi insieme per inventare un mondo post-civiltà, e quindi infinitamente piú civile».

 

Mohsin Hamid è cresciuto a Lahore, ha frequentato la Princeton University e la Harvard Law School, lavorando poi per diversi anni come consulente aziendale a New York. Il suo primo romanzo, Nero Pakistan, tradotto in Italia da Piemme, ha vinto il Betty Trask Award, è stato finalista nel PEN/Hemingway Award ed è stato un Notable Book of the Year per il «New York Times». Suoi articoli e saggi sono apparsi su «Time», «The New York Times» e «The Guardian». Il fondamentalista riluttante, pubblicato da Einaudi nel 2007 e tradotto in piú di 25 lingue, è stato un bestseller internazionale, ha vinto l'Anisfield-Wolf Book Award e l'Asian American Literary Award, oltre a essere selezionato tra i finalisti del Man Booker Prize. Da questo libro è stato tratto un film per la regia di Mira Nair. Nel 2013, sempre per Einaudi, è uscito Come diventare ricchi sfondati nell'Asia emergente e nel 2016 Le civiltà del disagio.
Dopo aver abitato a New York e Londra, Mohsin Hamid ora vive a Lahore, in Pakistan.

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