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Il libro è una estensione della memoria e della immaginazione.
Jorge Louis Borges
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Vito TetiMaledetto SudSudici, oziosi, malavitosi, briganti, mafiosi... In quanti modi sono stati chiamati gli abitanti del Sud? Attraverso storie vissute, narrazioni letterarie e riflessioni antropologiche possiamo smontare i principali luoghi comuni sulla «razza maledetta». Dirsi o sentirsi di un luogo e insieme dell'Italia non è un'operazione semplice e definitiva. E diventa sempre piú complicato nel momento in cui Nord e Sud, quasi come destra e sinistra, perdono gli antichi significati e vanno collocati in un mondo piú vasto, globale. Una riflessione, quella sul Sud, che incontra sempre la potenza degli stereotipi, il senso di noi che è stato costruito nei secoli grazie anche a sguardi ostili e miopi. Forse liberarsi dalla «maledizione» di un'identità angusta, spesso inventata (come quella che oppone Nord a Sud) può spingere a trasformare il conflitto in benedizione, il risentimento in riconoscenza, l'autoassoluzione in consapevolezza dei propri errori. Vito Teti è ordinario di Etnologia presso l'Università della Calabria, dove dirige il Centro di Antropologie e Letterature del Mediterraneo. Tra i suoi libri piú recenti ricordiamo: Il senso dei luoghi. Memoria e storia dei paesi abbandonati (Donzelli 2004), Pietre di pane. Un'antropologia del restare (Quodlibet 2011), Il patriota e la maestra (Quodlibet 2012) e Maledetto Sud (Einaudi 2013). |
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dello stesso autore nel catalogo Einaudi |