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Ripa, Iconologia

 

collana: i Millenni  
editore: Einaudi
data pubblicazione: 2012
pagine: CXLVIII-977
prezzo: € 90,00
ISBN:  9788806211516
a cura di: Sonia Maffei

Testo stabilito da Paolo Procaccioli

illustrazioni di: con 162 illustrazioni nel testo
argomento: classici 
formato: rilegato in cofanetto
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Cesare Ripa

Iconologia


Le immagini fatte per significare una diversa cosa da quella che si vede con l'occhio non hanno altra più certa nè più universale regola che l'imitazione delle memorie che si trovano nei libri o nelle opere dei Latini e dei Greci o di quelli più antichi ancora, che furono inventori di questo artificio. Pare che chi s'affatica fuori da questa imitazione erri o per ignoranza o per troppo presumere. Per fuggire perciò al sospetto di questa colpa ho giudicato buona cosa (aggiungendo nuove immagini alle già esistenti e integrando le antiche definizioni con spiegazioni più moderne) trattare alcune questioni intorno al modo di formare e dare una spiegazione ai concetti simbolici. Cesare Ripa, Iconologia

L'Incostanza è una donna «vestita di color torchino, che passi co' piedi sopra un Granchio grande, fatto come quello che si dipinge nel Zodiaco»; l'Intelligenza è «una donna vestita d'oro, che nella destra mano tenga una sfera, e con la sinistra una serpe; sarà inghirlandata di fiori»; la Fortezza è una guerriera, «il color della faccia fosco, i capelli ricci e duri, l’occhio lucido, non molto aperto, nella destra mano terrà un’asta, con un ramo di rovere, e nel braccio sinistro uno scudo, in mezo del quale vi sia dipinto un leone che s’azzuffi con un cignale»: 412 voci ordinate alfabeticamente, da Abbondanza a Zelo, passando per Dignità, Fama e Libertà, la più celebrata raccolta delle immagini di vizi, virtù, affetti, passioni umane e concetti astratti torna in libreria con le xilografie originali dell'edizione del 1603 - la prima illustrata -, accompagnate dalla cura e dal commento di Sonia Maffei.

L'Iconologia del Ripa offre il piú vasto repertorio delle immagini allegoriche adottate nelle arti figurative. La grande fortuna di quest'opera - cinque edizioni vivente l'autore, diciotto postume seicentesche, quindici settecentesche - sancisce la rinascita moderna dell'interesse per il mondo dei simboli e delle immagini che, unite alla parola dei letterati, diventano a tutti gli effetti un nuovo linguaggio. Impostata alfabeticamente, vive di quello spirito enciclopedico che aveva preso campo in tutta Europa tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, ed era anche il prodotto di una cultura che ambiva a costruire una morale laica utilizzando con sensibilità classicista l'auctoritas dei grandi scrittori del passato. Ma il successo del libro è dato soprattutto dalla sua struttura modificabile, che ne ha permesso la riscrittura e il continuo adattamento, diventando un manuale per gli artisti figurativi di epoche e paesi diversi. L'Iconologia del Ripa si è cosí trasformata in una sorta di marchio, l'indicazione di un genere, dietro al quale si sono diffuse opere che ormai poco o nulla avevano a che fare con l'intellettuale perugino. Nel corso del Novecento, poi, per opera di grandi storici dell'arte come Mâle e Gombrich, l'opera del Ripa è stata rivalutata anche come strumento per interpretare affreschi, quadri e sculture sia da un punto di vista filologico sia culturale, diventando una specie di chiave archetipica per gli studi di iconologia moderna. Nonostante tutto ciò, non era disponibile fino ad ora un'edizione di quest'opera attendibile dal punto di vista testuale e fornita di un adeguato commento. Sonia Maffei è tornata al Ripa, all'edizione del 1603 (la prima illustrata) che viene qui riprodotta con le immagini delle xilografie originali. Ne studia le fonti, il metodo compositivo centonario, il rapporto con le citazioni classiche. Soprattutto fa vedere come in realtà, tanto utilizzato dagli artisti e studiato dagli storici dell'arte, il Ripa non era molto interessato al fatto artistico nella sua tecnica e nella sua materialità: quello che gli interessava era il rapporto mentale fra idee astratte e immagini, l'elaborazione di un linguaggio complesso che aveva un valore in sé, al di là, o al di qua, della realizzazione effettiva di un pittore, di un incisore o di uno scultore, e della sua valutazione estetica. Un atteggiamento proto-semiotico che, forse proprio per il suo livello di comunicazione essenzialmente intellettuale, ha saputo attraversare lingue e culture tanto diverse.

l'Iconologia non era disponibile in Italia, fino ad ora, in un'edizione completa, attendibile dal punto di vista testuale e adeguatamente contestualizzata.

 

Cesare Ripa nacque a Perugia intorno al 1555. Soggiornò a lungo a Siena e a Roma, dove fu al servizio del cardinale Antonio Maria Salviati. L'Iconologia è il libro della sua vita, che scrisse, riscrisse e ampliò per circa trent'anni. Morí a Roma nel 1622.

Sonia Maffei insegna Storia della critica d'arte presso l'Università di Bergamo. Fra le sue pubblicazioni, Le radici antiche dei simboli. Studi sull'Iconologia di Cesare Ripa e i suoi rapporti con l'Antico, La stanza delle scritture, Napoli 2009. Ha inoltre curato i volumi di Luciano di Samosata, Descrizioni di opere d'arte, Einaudi, Torino 1994; Paolo Giovio, Scritti d'arte: lessico ed ecfrasi, Scuola Normale Superiore, Pisa 1999; Anton Francesco Doni, Le Nuove Pitture del Doni Fiorentino, Biblioteca Apostolica Vaticana - La stanza delle scritture, Napoli 2007; Cesare Ripa, Iconologia, Einaudi, Torino 2012.

 


«Donna, bene ornata, ma, che habbia un grandissimo sasso sopra alle spalle, il quale sasso sia ornato di molti fregi d'oro, e di gemme; stia con la testa, e colle spalle alquanto curvate, dal che si comprende chiaro quello, che molto più chiaro vede chi lo prova, che gli honori non sono altro, che pesi, e carichi, e però si prende molte volte questa parola Carichi in lingua nostra in cambio di onore, e è felice colui, che sà portarli senza guastarsi la schiena e fracassarsi l'ossa.»

 


«Bella e graziosa si debbe dipingere l'Abondanza, sí come cosa buona, e desiderata da ciascheduno, quanto brutta et abominevole è riputata la carestia, che di quella è contraria».

Umanesimo e rinascimento

Erasmo, Scritti religiosi a morali

Guicciardini, Storia d' Italia

Paolo Giovio, Elogi degli uomini illustri

Petrarca, Gli uomini illustri

Ripa, Iconologia

Vasari, Le vite
   

 

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