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Dopo aver letto molto, scegli un pensiero che tu possa assimilare in quel giorno. Anch’io faccio così: del molto che leggo prendo sempre qualcosa. Lucio Anneo Seneca
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La Casa editrice è lieta di invitarvi all’incontro online MIRIAM TOEWS Martedì 22 novembre, ore 18.30 interviene con l’autrice la traduttrice del romanzo per partecipare inviare la richiesta a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. e vi verrà inviato il link per il collegamento |
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SERATE EINAUDIANE CICLO DI INCONTRI ONLINE |
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per partecipare inviare la richiesta a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. e vi verrà inviato il link per il collegamento
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4 maggio ore 18.30 PAOLO COGNETTI racconta in collegamento con il Punto Einaudi di Milano |
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11 maggio ore 18.30 PIERO NEGRI SCAGLIONE racconta in collegamento con il Punto Einaudi di Torino e la Biblioteca dei Portici |
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9 giugno ore 18.30 NADIA TERRANOVA racconta in collegamento con il Punto Einaudi di Roma |
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in collaborazione con
Agnès Cousin de Ravel
Tradurre la Commedia in francese
Voce recitante Gabriella Lippolis
Sabato 20 novembre 2021 - ore 17:00
L’evento si terrà in presenza e su Zoom
CostArena - Via Azzo Gardino 48 - Bologna
in presenza. Sarà richiesto il Green Pass per accedere alla sala.
piattaforma Zoom. Si potrà entrare utilizzando le seguenti coordinate:
https://us02web.zoom.us/j/82182219326?pwd=RFRsa3p6M3FNeDJaY0ZYMTdUbzNGUT09
ID riunione: 821 8221 9326
Passcode: 564441
L’opera di Dante arriva in Francia già nel Medioevo. La poetessa Christine de Pizan conosceva la Commedia e la preferiva al famoso Roman de la Rose; nel Rinascimento, alla corte del re Francesco I°, il testo veniva letto ogni giorno. Così, a partire dalla fine del Cinquecento, divenne necessario cominciare a tradurlo. È difficile tradurre un poema senza impoverirlo: tradurre la Commedia significherebbe correre il rischio di tradire il pensiero del sommo poeta?
Tradurre è un doppio incontro: con l’autore e con il proprio lettore. Tradurre la Commedia pone il problema di ogni traduzione poetica: rendere conto in un’altra lingua di un’opera poetica, sapendo che un poema esiste attraverso la lingua. In più, nella Commedia, Dante inventa la sua lingua, il che pone ulteriori problemi al traduttore, costretto a muoversi tra due lingue, la propria e quella di Dante, per non tradire (troppo) nessuna delle due. Questi problemi rinnovano in fondo quelli che si ponevano allo stesso Dante quando scriveva la Commedia.
Tradurre la Commedia è intrecciare due voci, due singolarità, due sensibilità, due culture e due lingue: il volgare sublime di Dante nel Trecento e il francese contemporaneo. Tradurre è creare legami tra un’opera, il suo autore e un lettore sconosciuto, in un’epoca che ha i suoi propri miti, un rapporto specifico con l’esterno, con le altre culture, con le altre lingue. Inoltre, la storia delle traduzioni francesi della Commedia è strettamente legata alla storia politica e anche al mutare delle lingue. Tradurre è un’impresa audace e difficile – per nostra fortuna spesso riuscita - perché la lingua di Dante, i suoi versi, portano i traduttori fino al limite stesso della possibilità di tradurre.
Dal 1965 ad oggi sono dieci le traduzioni in francese di cui disponiamo, tutte in versi: esse rispondono a presupposti, progetti, obiettivi molteplici e si indirizzano a pubblici molto diversi. Inoltrarci in alcune di queste soluzioni sarà il filo conduttore del nostro incontro.
Agnès Cousin de Ravel: francesista, saggista, Tra i suoi ultimi libri: Quignard, maître de lecture, Lire, vivre, écrire (Paris, 2012); Quignard, Vies, Oeuvres (Paris, 2018); Blaise Pascal, Un autre visage (Paris, 2020). Appassionata dalla cultura italiana, da qualche anno studia l’italiano per diletto.
in collaborazione con
ACCADEMIA
VIVARIUM NOVUM
Antonella Cosentino e Angela Peduto
“Le cose tutte quante hanno ordine tra loro”
Armonie e disarmonie nelle rappresentazioni dantesche della natura
Letture a cura di Filippo Lanzi & Gabriella Lippolis
Sabato 16 ottobre 2021 - ore 17:30
L’evento si terrà su Zoom
accedi utilizzando il seguente link:
https://us06web.zoom.us/j/84057690310
La diffusione della Scolastica, in piena età medievale, apre la strada ad una rinnovata fiducia nella ragione e nei suoi strumenti conoscitivi e produce un profondo cambiamento nella concezione della natura; essa si laicizza, perdendo quella valenza simbolico-allegorica che era stata carattere essenziale della sensibilità medievale e alla base del sentimento di continuità tra natura e divino.
Non accade lo stesso ai poeti: “Il senso allegorico del mondo muore gradatamente e il gusto allegorico della poesia rimane, familiare e radicato. Il XIII secolo, nelle sue manifestazioni di pensiero più evolute, rinuncia definitivamente alla interpretazione allegorica del mondo, ma produce il prototipo dei poemi allegorici, il Roman de la Rose” (U. Eco, 1987).
Saranno dunque i poeti a perpetuare l’immagine di una realtà naturale che parla attraverso una fitta rete di simboli, sui quali l’uomo eserciterà l’arte dell’interpretazione – fonte per lo spirito medievale di profondo diletto. E saranno proprio i poeti a ribadire l’idea di una continuità fra la natura e il soprannaturale: una natura di cui l’uomo si sente intimamente partecipe e dove si colloca come parte di un tutto, contemplandola “da vicino”, con uno sguardo miope privo di distanza e di oggettivazione.
Nella Commedia dantesca la natura si rivela strumento privilegiato per manifestare il rapporto di armonia e disarmonia esistente fra creatore e creatura. Dalle raffigurazioni di una natura infernale stravolta, deformata, violata, espressione di una frattura profon da fra l’uomo e Dio, passando attraverso alcune raffigurazioni naturalistiche del Purgatorio, in cui si percepisce la ricerca di una ricomposizione ancora non raggiunta, la nostra carrellata di immagini giungerà al tripudio luminoso del Paradiso, dove gli elementi naturalistici ritrovano l’indicibile perfezione primigenia, a testimoniare la ricomposta unità del Tutto.
Angela Peduto: Angela Peduto è psicoanalista, traduttrice, saggista. Membro di Espace Analytique (Paris) e della Fondation Européenne pour la Psychanalyse, è presidente dell’associazione OfficinaMentis, nella quale anima un’intensa attività di seminari e conferenze. I suoi campi di interesse riguardano soprattutto i processi creativi; ha esplorato con strumenti psicoanalitici il mondo espressivo di scrittori classici e contemporanei e di musicisti e compositori (A. Vivaldi, Clara Wieck Schumann), dedicando a questi temi articoli e conferenze pubbliche. Specialista di Pascal Quignard, ha tradotto alcuni suoi libri e contribuito alla ripresa in Italia dell’interesse per questo scrittore.
Antonella Cosentino: Antonella Cosentino è italianista e scrittrice. Da anni è presente presso biblioteche, centri o associazioni culturali di Bologna e provincia con conferenze nell’ambito dell’antropologia, della letteratura classica, della letteratura e della psicologia. Collabora con il laboratorio teatrale nato presso il Teatro Consorziale di Budrio, per il quale scrive testi inediti o riduzioni teatrali di opere classiche. Tra i suoi libri più recenti, “Dalla mia finestra si vedeva il mare” (2013), “Come un ramo sull’acqua” (2016, vincitore del premio Todaro-Faranda), “I silenzi di Medea” (2021)
Calendario degli incontri dedicati a Dante:
In data da definire:
Agnès Cousin de Ravel (francesista), Le traduzioni francesi della Commedia (titolo provvisorio)
Raffaele Riccio, Le traduzioni spagnole della Commedia (titolo provvisorio)
Giorgio Antonelli
“Se presso al mattin del ver si sogna”Sabato 2 ottobre 2021 - ore 17
L’evento si terrà in presenza e su ZoomCostArena - Via Azzo Gardino 48 - Bolognain presenza. Sarà richiesto il Green Pass per accedere alla sala. I posti a disposizione saranno limitati e sarà perciò necessaria una prenotazione, da inviare all’indirizzo di OfficinaMentis (
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
) specificando in oggetto:Prenotazione Costa 2 Ottobre 2021piattaforma Zoom. Si potrà entrare utilizzando le seguenti coordinate:
https://us02web.zoom.us/j/85183068048?pwd=VmpzcEg2WWJkT20vaVEwMWJ6QkNQZz09
ID riunione: 851 8306 8048
Passcode: 506604Giorgio Antonelli, poeta e psicoanalista, svilupperà un tema a noi particolarmente caro: il sogno. Lo svilupperà a partire da un verso di Dante, "Se presso al mattin del ver si sogna", e dipanerà il filo dalla concezione medievale del sogno fino alle elaborazioni freudiane della Traumdeutung, la grande Interpretazione dei sogni apparsa esattamente a cavallo del Novecento.Giorgio Antonelli: poeta, psicoterapeuta. Docente presso la scuola di specializzazione in psicoterapia a indirizzo analitico ATANOR a Scoppito (L’Aquila). Docente presso il CSTG (Centro Studi di Terapia della Gestalt) di Siena e Milano. Tra i suoi più recenti lavori, pubblicati dall’editore romano Lithos, figurano “Dea coscienza e luogo psicoterapia” (2020) e “Analisti imprevisti. Una nonstoria della psicologia dinamica” (2021). Sul sogno ha pubblicato nel 2010 l’ampio volume “Discorso sul sogno” (http://www.giorgioantonelli.it/discorso-sul-sogno.html)Calendario degli incontri dedicati a Dante:In data da definire:Agnès Cousin de Ravel (francesista), Le traduzioni francesi della Commedia (titolo provvisorio)Raffaele Riccio, Le traduzioni spagnole della Commedia (titolo provvisorio)
Antonella CosentinoEliot e Dante: “… e quindi uscimmo a riveder le stelle”
Sabato 24 aprile 2021 - dalle 17 alle 18:30 via Zoom
voci recitanti Filippo Lanzi & Gabriela Lippolis partecipa
oppure accedi usando il link
https://us02web.zoom.us/j/82198666125?pwd=eUp5UTBTVkphZWZJazBRWXIrL2Iwdz09
ID riunione: 821 9866 6125
Passcode: 501925*Per ragioni organizzative e tecniche potranno collegarsi non più di 100 persone“…E ’n la Sua volontade è nostra pace:ell’è quel mare al qual tutto si moveciò ch’ella cria o che natura face", dice Dante, nel terzo canto del Paradiso ai vv. 85-87.È Piccarda che parla e tranquillizza Dante per la condizione sua e dei beati che stanno nei cieli più bassi del Paradiso: la loro felicità è completa, proprio perché essa consiste nell’adeguarsi alla volontà di Dio.“Sorella benedetta, santa madre, spirito della fonte, spirito del giardinoNon permettere che ci si irrida con la falsitàInsegnaci a aver cura e a non curareInsegnaci a starcene quietiAnche fra queste rocce,E ‘n la Sua voluntade è nostra paceE anche fra queste rocceSorella, madreE spirito del fiume, spirito del mare,Non sopportare che io sia separatoE a te giunga il mio grido “, ribadisce Eliot in Ash Wednesday,Mercoledì delle ceneri, titolo, questo, che allude ad una ricorrenza particolarmente significativa del calendario cristiano: l’inizio della Quaresima. Com’è noto nel 1927 Eliot si era convertito alla Chiesa d’Inghilterra e la conquistata spiritualità svolge un ruolo importante nel passaggio dal mondo desolato e guasto di The Waste Land al Paradiso dei Four Quartets, attraverso il Purgatorio di Ash Wednesday.Dante è ancora con lui, non solo nella ripresa di versi e immagini, ma nella tensione spirituale che accompagna questo percorso che, attraversando la sterilità e la degradazione della realtà contemporanea, si solleva da essa, cerca di liberarsi dalla prigione della materia per innalzare in alto lo spirito, per testimoniare che fra le tenebre si sta facendo spazio la luce del giorno.Riappropriandosi della speranza, Eliot farà anche propria la coscienza critica che era di Dante e ribadirà che il poeta, autor e actor insieme, ha il preciso dovere di mostrare agli altri uomini il cammino da percorrere:“…e tutto sarà bene e ogni genere di cosesarà bene, quando le lingue di fuoco si incurvinonel nodo di fuoco incoronatoe il fuoco e la rosa siano uno”. Calendario degli incontri dedicati a Dante:In data da definire:Agnès Cousin de Ravel (francesista), Le traduzioni francesi della Commedia (titolo provvisorio)Raffaele Riccio, Le traduzioni spagnole della Commedia (titolo provvisorio)Giorgio Antonelli (psicoanalista junghiano), L’invenzione del sogno (titolo provvisorio)
Antonella CosentinoEliot e Dante: due poeti all’InfernoSabato 10 aprile 2021 - ore 17voci recitanti Filippo Lanzi Gabriela Lippolissu Zoom partecipa
oppure accedi usando il link:
https://us02web.zoom.us/j/83560077520?pwd=aHU2YitRVmU4S3hZMStFUmt0NDdjUT09
ID riunione: 835 6007 7520
Passcode: 930822“Il mio debito verso Dante è di tipo progressivamente cumulativo”, dirà Eliot in un saggio del 1950 dal titolo significativo: Cosa significa Dante per me e aggiungerà: “… dopo quarant’anni considero ancora la sua poesia come quella che ha avuto un’influenza più duratura e più profonda sui miei versi”. Un’influenza che non si limita alla ripresa più o meno insistita di versi o situazioni dantesche, che pure c’è e connota fortemente i versi di Eliot, ma si allarga fino a diventare una sorta di ri-conoscimento di ciò che si è anche grazie al confronto con un modello, non solo di poesia ma di vita.Che le somiglianze fra Eliot e Dante rappresentino una vera e propria “affinità elettiva” è stato segnalato da molti: simile la posizione politica (entrambi sono conservatori), simile la volontà di esprimere apertamente il proprio credo religioso e la propria appartenenza ad una Chiesa, simile il metodo poetico giocato su un’immagine che diventa sempre di più catalizzatrice di emozioni e stati d’animo, simile l’intento di “far affiorare la poesia dalle risorse inesplorate del non poetico”. Insomma un percorso che ha spinto diversi a voler rintracciare anche nell’opera di Eliot un cammino che parte dall’Inferno (The Waste Land), attraverso il Purgatorio (Ash Wednesday) fino al Paradiso (Four Quartets).Cominciamo dall’Inferno, dunque, di Dante e di Eliot per percorrere, in una sorta di mise en abyme, il cammino di degradazione e di perdita di sé dell’uomo moderno, immerso in un quotidiano senza speranza, in un mondo dominato dall’anarchia e dalla degenerazione di tutti i valori.
La barca di Dante, Eugène Delacroix, 1822, Musée du LouvreCalendario degli incontri dedicati a Dante:Sabato 20 marzo 2021, ore 17Raffaele Riccio (storico), Il Purgatorio dantesco tra teologia e poeticaLetture curate da Filippo Lanzi e Gabriella LippolisSabato 10 aprile 2021, ore 17Antonella Cosentino (italianista) Eliot lettore di Dante (prima parte)Letture curate da Filippo LanziSabato 24 aprile 2021, ore 17Antonella Cosentino, Eliot lettore di Dante (seconda parte)Letture curate da Filippo LanziIn data da definire:Agnès Cousin de Ravel (francesista), Le traduzioni francesi della Commedia (titolo provvisorio)Raffaele Riccio, Le traduzioni spagnole della Commedia (titolo provvisorio)Giorgio Antonelli (psicoanalista junghiano), L’invenzione del sogno (titolo provvisorio)
Raffaele RiccioIl Purgatorio dantesco tra poesia e teologia20 marzo 2021 ore 17.00Letture curate da Filippo Lanzi e Gabriella Lippolissu Zoomper partecipare scrivi a:
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“Il Purgatorio supera in poesia il cielo e l’inferno, in quanto rappresenta un avvenire del quale entrambi sono privi.” Questa frase di Chateaubriand, posta da J. Le Goff come incipit a La nascita del Purgatorio, sintetizza alcuni punti di arrivo dell’arte e della visione religiosa del XIII – XIV sec. e, in genere, delle epoche successive. A partire dal XIII sec. si diffuse in Europa la visione “confortante e salvifica” di un luogo intermedio dove l’uomo, realtà spirituale mediana tra demone e santo, avrebbe potuto espiare le proprie colpe e aspirare alla salvezza. Si trattava di un cambiamento importante, perché fino a quel momento nell’immaginario occidentale esistevano solo due luoghi antagonisti, Inferno e Paradiso. Questo cambiamento avviene nell’ambito delle realtà cittadine, sedi delle Università, dei collegi notarili, delle Gilde dei mercanti e dei traffici economici e “culturali” che caratterizzarono l’Europa del XIII- XIV sec., e si accompagna all’emergere di una nuova fascia sociale, quella borghese, intermedia tra ricchi e poveri. Fino alla peste del 1348.La seconda cantica della Commedia rappresenta la “conclusione sublime” di questo lento processo e Dante, poeta e uomo di pensiero, sa rappresentare con piena e suprema consapevolezza poetica i concetti cardine dell’elaborazione teologica che sottende la credenza nella realtà del Purgatorio. Lasciando esprimere questa concezione a personaggi noti, la cui fama era ancora presente tra i contemporanei, egli garantiva un effetto di veridicità poetica, storica e religiosa che certamente contribuì ad ancorare nell’immaginario collettivo l’esistenza di questo terzo luogo.Accompagnati dai meravigliosi versi del Purgatorio cercheremo di comprendere l’origine e il significato di un mondo la cui creaziione ebbe conseguenze politiche, sociali e spirituali di grande portata.
“La Fine del Mondo”di Ernesto De Martino
Incontro con Giordana CharutySabato 9 novembre 2019, ore 17
Libreria Einaudi, Via Mascarella 11/A – Bologna
Ingresso libero. Posti a disposizione limitatiEsce per Einaudi la nuova e definitiva edizione de La fine del mondo di Ernesto De Martino, libro da annoverare ormai tra i grandi classici del pensiero europeo del Novecento. Com’è noto, la storia di questo libro è lunga e tormentata. De Martino, dopo le ricerche sul campo degli anni Cinquanta, si dedicò allo studio delle rappresentazioni culturali dell’apocalisse. Declinò la figura della “fine del mondo” in chiave storicoculturale, quale si manifesta in vari modi nel cammino dell’Occidente, e in chiave esistenziale, come esperienza soggettiva di crollo e perdita di sé. L’analisi toccava la storia
delle religioni, la letteratura moderna della crisi (in particolare Sartre e Camus), la filosofia, le culture extra-europee, la psicopatologia. La ricerca si interruppe prematuramente e definitivamente nel 1965 con la morte di De Martino. Furono necessari dodici anni perché l’enorme mole di materiale rimasta incompiuta trovasse forma e collocazione in un libro uscito per Einaudi nel 1977 e curato da Clara Gallini, successivamente ripubblicato nel 2002 con una nuova introduzione.
Nel 2016, dopo un lungo lavoro editoriale e seminariale, esce la traduzione francese dell’opera, a cura di Giordana Charuty, Daniel Fabre e Marcello Massenzio. Non si tratta soltanto di una traduzione, ma di una vera e propria nuova edizione, basata su una scelta dei materiali pubblicati nell’edizione einaudiana e sul confronto con quelli conservati nell’Archivio De Martino. E’ questa edizione francese che ora Einaudi riproduce e rende disponibile per il lettore italiano. Rispetto al libro del 1977, questo presenta importanti novità: una diversa selezione del materiale e una diversa architettura - coerenti col progetto originario di De Martino – lasciano emergere in modo più chiaro i nuclei tematici e teorici del pensiero demartiniano, le domande che lo assillano e le vie attraverso cui l’analisi della “presenza”, nella sua dinamica di crisi e riscatto, lascia i “relitti folklorici” del Mezzogiorno d’Italia per affrontare i modi in cui si declina la crisi del mondo occidentale contemporaneo.
L’incontro con Giordana Charuty, figura di grandissimo rilievo tra gli studiosi dell’opera demartiniana, curatrice di questa nuova edizione e autrice di una recente fondamentale biografia (trad. it. Ernesto De Martino. Le precedenti vite di un antropologo, Franco Angeli) ci permetterà di entrare in questo straordinario laboratorio concettuale, vera opera aperta la cui fecondità si misura dalle domande e dalle riflessioni che, oggi più che mai, continua a suscitare.
L’incontro si inserisce nella cornice del Seminario Permanente sull’(In)attualità del pensiero critico, organizzato dall’associazione psicoanalitica e culturale officinaMentis (www.officinamentis.it) col sostegno del CostArena. Il Seminario si dedica da quasi due anni allo studio e all’approfondimento dell’opera di De Martino (http://www.officinamentis.it/officinamentis/wp-content/uploads/2019/09/Scheda-generale- Seminario-Ernesto-de-Martino-e-programma-2019-2020.pdf).
LA MUSA INQUIETA
Lucrezioo la trasfigurazione poetica della filosofiaAntonella Cosentino, Raffaele Riccio
Voce recitante Filippo Lanzi
Sabato 26 ottobre 2019, ore 17Libreria Einaudi, Via Mascarella 11/A - BolognaIngresso libero. Posti a disposizione limitati Se non avesse conosciuto l'Epicureismo forse Lucrezio non avrebbe scritto niente e di lui non sarebbe sopravvissuto nemmeno il nome; d'altro canto, se Lucrezio non avesse provveduto a divulgare entusiasticamente il pensiero del suo maestro, forse la filosofia di Epicuro non avrebbe conquistato la latinità. Lucrezio fa da ponte fra la Grecia e Roma e lo fa utilizzando uno strumento, la poesia, trattato con violenta ostilità da Epicuro stesso che lo considerava suscitatore di passioni insane, atte a turbare l'equilibrio dell'uomo, unico garante della sua “felicità”. Lucrezio lo sa, ma sa anche che è la poesia, la Musa inquieta, il dolce miele che permetterà all'uomo di ingurgitare l'amara ma salutare medicina dell'Epicureismo. Così, “la grazia delle Muse” si pone al servizio del pensiero epicureo per liberare l'uomo dalle paure e dalle superstizioni e consentirgli di raggiungere la felicità.
Prosegue con questo secondo incontro il nostro percorso di riflessione dedicato al rapporto tra poesia e filosofia. Una lunga tradizione filosofica se ne occupa: da Platone a Heidegger, da Hölderlin a Maria Zambrano, da Leopardi a Hegel e molti altri.
Abbiamo già visto nel corso del primo incontro quanto il gesto di Platone sia stato, pur tra molte ambiguità, di netta separazione: poeti e pensatori nulla hanno in comune, non nella poesia ma nella filosofia l’uomo trova verità e solido fondamento all’educazione dell’anima. In Lucrezio la rivalità tra l’una e l’altra si risolve molto diversamente: la filosofia imbocca la via della poesia e la percorre fino in fondo.
Al fondo del nostro interrogarci giace un problema cruciale, che è di natura squisitamente filosofica: possiamo sostenere che la poesia sia necessaria? E addirittura che sia una necessità permanente e sostanziale dell’esperienza umana, e non transitoria e trapassante? E che cosa ci rivelerebbe di essenziale? Che cosa può dire la parola poetica
intorno all’uomo? Quale la sua utilità e la sua funzione nella conoscenza? Si conosce attraverso il dolore, come volle la grande sapienza tragica, o attraverso il concetto e le categorie come vuole la grande filosofia occidentale? Senza affrettarci a trovare risposte, proseguiamo il cammino…
Antonella Cosentino insegna Italiano e Latino nel liceo Giordano Bruno di Budrio (Bologna). Appassionata di teatro, cura da molti anni le attività teatrali della sua scuola e scrive commedie e monologhi, rappresentati in vari teatri del territorio. Nel 2013 ha pubblicato il suo primo romanzo, Dalla mia finestra si vedeva il mare; il suo secondo romanzo, Come un ramo sull’acqua, è stato il vincitore del premio Todaro-Faranda nel 2016.Raffaele Riccio insegna Storia e Filosofia nei licei bolognesi e si è occupato di Storia della cultura e della mentalità del Seicento italiano ed europeo. Collabora alla programmazione delle attività di varie associazioni culturali cittadine. Ha pubblicato diversi saggi e articoli di argomento estetico-filosofico Tra gli ultimi lavori: Attraverso il Cilento, il viaggio di C. T. Ramage, da Paestum a Policastro (2013), Armando Diaz, Il generale e l'uomo (2018),
Galeazzo Sabatini (1593 - 1662) musicista e uomo di corte (2018, in collaborazione con la storica della musica Maria
Chiara Mazzi) A COSA SERVONO I POETI? Filippo Strumiapsicoanalista e poeta, in dialogo con Angela Pedutopresenta l’Autore Cristiana De Santis Sabato 6 ottobre 2018, ore 17Libreria Einaudi, Via Mascarella 11/A BolognaVoce recitante Filippo LanziIngresso libero. Posti a disposizione limitati
C’è forse, in ogni poeta, un archeologo che scava per portare alla luce frammenti di un linguaggio perduto. E forse in ogni poeta giace un dissidente che, solitario, si oppone al brusio del mondo.Il linguaggio è per il poeta materia viva, avida di venire al mondo e di trovare un’espressione sensibile. Egli sa, tuttavia, che deve immergere la sua parola nelle regioni del silenzio perché solo da queste oscure sorgenti nasce la poesia. Sul vuoto della parola che manca, che sempre manca, il poeta sta sospeso … come l’acrobata sul filo.
Nikos Kazantzakis,il cretese errante Gilda Tentorio Sabato 12 maggio 2018, ore 17Libreria Einaudi, Via Mascarella 11/A BolognaVoce recitante Alfonso De FilippisIngresso libero. Posti a disposizione limitati« Non spero nulla. Non temo nulla. Sono libero. »Nikos Kazantzakis, uno dei massimi scrittori del Novecento, più volte candidato al Premio Nobel, nasce ad Iràklion (Creta) nel 1883. Anticonformista, grande intellettuale, instancabile viaggiatore, in lui l’avventura umana e quella letteraria si intrecciano costantemente. La sua opera è un canto appassionato alla libertà e un percorso inquieto e insaziabile di ricerca, dove non teme di sperimentare i più diversi generi letterari: romanzi, saggi, opere teatrali e poetiche, traduzioni.Durante la seconda guerra mondiale, negli anni terribili dell’occupazione nazifascista, costruisce la sua creatura più luminosa, Alexis Zorbàs, protagonista del romanzo omonimo (1946, Zorba il Greco, ed. Crocetti, 2010): indimenticabile l’interpretazione di Anthony Quinn nei panni di Zorba, nella versione cinematografica del regista Cacoyannis, con musiche di Theodorakis (https://www.youtube.com/watch?v=4UV6HVMRmdk).Altre opere famose: l’Ascetica, prosa di contenuto filosofico e metafisico che ha la fluidità e l’eleganza di un’opera letteraria, Il poverello di Dio, romanzo dedicato alla figura di San Francesco (Francesco, ed. Crocetti, 2013), Capitan Michele, Cristo di nuovo in croce e L’ultima tentazione, romanzi che crearono scandalo presso il clero, l’autobiografico Rapporto al Greco pubblicato postumo. Numerose le opere teatrali e costante l’impegno nella traduzione: Nietzsche, Bergson, il Faust di Goethe, la poesia spagnola, il Principe di Machiavelli, la Divina Commedia.Il suo capolavoro poetico è l’Odissea, ideale seguito del poema omerico in 33.333 versi: Nicola Crocetti è impegnato nell’impresa colossale della traduzione (pubblicazione prevista nel 2019).« L’Odissea di Kazantzakis - ha scritto Nicola Crocetti - è un epos grandioso, un unicum assoluto nel Novecento. Il poeta si è immerso nel fluido del Mito, proseguendone l’incanto e il dilemma. Il suo Ulisse è inquietante e potente, omerico e insieme diverso da quello dell’aedo cieco, ma con coerenza, e con la stessa forza dell’originale. Come gli uomini plasmano i propri dei, così Kazantzakis plasma il suo Odisseo a propria immagine e somiglianza, gli affida tutti i propri desideri e il compito di portarli a compimento. Primo fra tutti quello di dimostrare che l’uomo e la sua sete di conoscenza trascendono la propria finitezza, sono perenni » (cfr. « L’Odissea di un traduttore », Sole 24 ore del 18/02/2018).Kazantzakis viaggiò moltissimo e fu acuto osservatore dell’altro, come testimoniano le pagine modernissime dei suoi diari: Parigi, Berlino, Unione Sovietica, Spagna, Inghilterra e Italia (dove incontrò e intervistò Mussolini), Cipro, Egitto, Monte Sinai, Cina e Giappone… Si spense a Friburgo (Germania) nel 1957. La sua tomba è sulle mura di Iràklion (fortezza Martinengo) e l’epitaffio, da lui dettato, recita: « Non spero nulla. Non temo nulla. Sono libero ».L’attore Alfonso De Filippis leggerà nel corso dell’incontro brani inediti tratti dai diari di viaggio (traduzione di Gilda Tentorio) e dall’Odissea (traduzione di Nicola Crocetti). Gilda Tentorio insegna lingua e letteratura greca moderna all’Università di Pavia. È vicepresidente dalla Società Filellenica Lombarda e responsabile della sezione italiana della SIANK (Società Internazionale Amici di Nikos Kazantzakis). Viaggio, identità, eredità dell’antico, postmoderno e teatro, sono i suoi campi di ricerca. Ha pubblicato la monografia Binari, ruote & ali in Grecia. Immagini letterarie e veicoli di senso, UniversItalia, Roma, 2015. Nel 2018 è prevista la pubblicazione presso l’editore Crocetti di L’ultima tentazione di Nikos Kazantzakis, traduzione dall’originale greco.Alfonso De Filippis, è attore e regista. Ha collaborato con Paolo Poli per vent’anni come aiuto regista e coreografo. Attualmente cura allestimento regia e movimento scenico nell’ambito del teatro d’opera in Italia e all’estero. La poesia, dove il sentire interiore diviene condivisione, rimane una delle sue espressioni predilette, avventura e rifugio. L’evento ha ricevuto il patrocinio del Consolato di Grecia a Bologna e della Società Internazionale Amici di Nikos Kazantzakis.La Società Internazionale Amici di Nikos Kazantzakis (SIANK) celebra nel 2018 trent’anni di attività, con più di ottomila membri, sparsi in ben 129 Paesi del mondo. È una società senza scopo di lucro. Finalità: diffonde le opere e le idee dello scrittore attraverso canali culturali (libri, convegni) e mezzi di comunicazione; raccoglie notizie e scritti relativi ai suoi viaggi; promuove il Museo “Nikos Kazantzakis” a Myrtià (Creta). Pubblicazioni: bollettino informativo “Synthesis” relativo alle iniziative culturali; rivista scientifica “Le regard crétois”, con saggi in lingua greca-francese-inglese-spagnola di ricercatori ed esperti. Per adesioni, inviare email a:
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. OMAGGIO ALLA POESIA
René Char : Furore e Mistero
Angela Peduto Sabato 24 marzo 2018, ore 17Libreria Einaudi, Via Mascarella 11/A BolognaVoce recitante Filippo LanziIngresso libero. Posti a disposizione limitatiBiancospino in fiore, mioprimo alfabeto. (da L’età squassante, 1965) Ci sono incontri necessari: così è per la poesia di René Char, “questa grande voce – dice Albert Camus nel 1948 – [che come] un fiume dalle larghe alluvioni annuncia il tempo della fertilità”.L’incontro che dedichiamo a René Char è un doppio omaggio: a una poesia che ha illuminato il Novecento - scintilla d’umanità contro la barbarie; a un uomo che ha fatto della Resistenza, durante e oltre gli avvenimenti storici, la sostanza etica della vita e del linguaggio poetico, in lui indissolubilmente intrecciati.Dopo aver avuto legami con il movimento surrealista, René Char, nel corso degli anni Trenta, mentre il fascismo avanzava ovunque, maturò l’idea di una responsabilità del poeta e della poesia. Ciò che gli interessava era orientare la poesia verso un’etica: essa non deve chiudersi in se stessa, né abbandonarsi alle sirene del lirismo o alle seduzioni del linguaggio: “La poesia vive d’insonnia perpetua”.Quando scoppiò la guerra, René Char scelse l’azione: il poeta si eclissò e lasciò il posto al capitano Alexandre, lo pseudonimo con cui entrò e combatté nel maquis. In quel tempo di lotta tenne un diario. Diario di guerra, agenda, libro di bordo, sopravvivenza dell’anima: sono pagine terribili e intense che Albert Camus pubblicherà nella collana l’Espoir (Gallimard) nel 1945, dopo la guerra, con il titolo di Feuillets d’Hypnos. Proprio l’attesissima riedizione per Einaudi di questo volumetto, esaurito da anni e tradotto da Vittorio Sereni, dà oggi occasione al lettore italiano di (ri)scoprire una delle più alte voci poetiche del Novecento.La Resistenza fu per René Char esperienza tragica, che lo segnò profondamente ma anche lo rivelò a se stesso: perché l’essenza della sua poesia sta in un principio di perenne rivolta. La poesia è potenza d’insurrezione, fuoco che brucia il ghiaccio dell’inverno, urto che scuote e risveglia dal sonno. Costantemente Char interroga la poesia guardando, di là da essa, alla sorte dell’uomo: è questa la sua sola preoccupazione. Il poeta chiama, intima, suscita il coinvolgimento nella vita e nell’azione. La sua missione si confonde perciò con quella del resistente: guardando in faccia il nulla e attraversando le tenebre, egli impone con il suo esempio l’idea di un uomo che non subisce l’assurdità del destino senza opporvisi, che non parte senza restare legato e che nell’alleanza con l’altro trova la più sicura opposizione all’insicurezza della sua condizione.( su René Char http://rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-76a53d6d-4f58-4053-8551-3120f5eade84.html )Angela Peduto è psicoanalista, traduttrice, saggista. Ha recentemente curato Il sogno, crocevia di mondi (con G. Antonelli) e partecipato a Venise et le rêve e Pascal Quignard. Translations et métamorphoses. OMAGGIO ALLA POESIA Libreria Einaudi, Via Mascarella 11/A Bologna11 novembre 2017, 27 gennaio 2018, 24 marzo 2018 C’è forse in ogni psicoanalista un poeta che sonnecchia e in ogni poeta un analista che ascolta. Entrambi risvegliano una parola perduta, un’intimità segreta che si oppone al brusio del mondo. Questa parola è per il poeta materia viva, avida di venire al mondo e di trovare un’espressione sensibile. Archeologi entrambi, non hanno che la parola per traversare la singolarità di un destino e sfiorare le corde dell’anima.Tre incontri, tre voci poetiche altissime: Chandra Livia Candiani, Paul Celan, René Char. Ciascuna sarà come un “messaggio nella bottiglia, gettato a mare nella convinzione che possa, un qualche giorno e da qualche parte, essere sospinto verso una spiaggia”. (Paul Celan). Come venne a me la scrittura?
Come piumaggio d’uccello
sul vetro della mia finestra,
d’inverno.
Immediatamente,
si accese nel camino
una battaglia di braci
che, ancora oggi, non si sono
spente. (René Char, 1955)Il sonno è nostroOrdinario statoFinché non arriva Un vento di parole unaPoesia,un pastore d’istanticon arcaica sapienza della cattura.(Chandra Livia Candiani, 2017) Non scrivertiTra i mondi,al margine della traccia di lacrime imparaa vivere. (Paul Celan, 1966) Conversazione con Chandra Livia CandianiFatti vivo
Sabato 11 Novembre 2017, ore 17Libreria Einaudi, Via Mascarella 11/A Bologna Chandra Livia Candiani è una delle voci più autentiche e profonde della poesia italiana contemporanea. La sua poesia unisce un’intensità imperiosa e senza compromessi ad una miracolosa leggerezza. Accoglie, intrecciando luce e tenebre, l’apertura indomita verso il futuro e il frastuono violento della vita. Si china, con pazienza amorosa da ape operaia, sui dettagli del mondo e li canta … oggetti, animali, elementi della natura, pioggia, vento…. perché la poesia, mentre ci porta “brandelli di mondo”, possa svegliarci a noi stessi e all’altro.“La poesia per me è uno stato, come è uno stato la preghiera, l’innamoramento, la veglia e il sonno, uno stato di coscienza dove il pensiero discorsivo e descrittivo non la fanno più da padroni, dove sono spiazzati o fanno tappezzeria. […] Non so se sono figure dell’assenza, forse, ma come un sentiero è fatto di quel che non c’è, un sentiero è un’assenza, è uno spazio da cui un progetto - o la semplice consuetudine a passare - ha tolto rovi, piante, ha calpestato l’erba, ha segnato una pista sulla terra … un sentiero si fa togliendo. La mia poesia è spesso onirica e visionaria perché è così che vivo, è la capacità di sognare la realtà che mi ha salvato la vita“. Barnaba MajIl rapporto tra parola e immagine nella poesia di Paul Celan Sabato 27 gennaio 2018, ore 17Libreria Einaudi, Via Mascarella 11/A Bologna Paul Celan nacque in Romania nel 1920, da genitori ebrei di lingua tedesca che morirono in un campo di concentramento durante la Seconda Guerra mondiale. Egli stesso fu prigioniero in un campo di lavoro in Moldavia. Nel 1947 emigrò a Parigi, dove lavorò come traduttore e continuò a scrivere poesie nella sua lingua madre. Nel 1970, a cinquant’anni, si suicidò buttandosi nella Senna.Celan rispose con i suoi versi alla nota affermazione di Adorno che “dopo Auschwitz, nessuna poesia, nessuna forma d'arte, nessuna affermazione creatrice è più possibile”. Celan parlò e cantò per la memoria del mondo, spingendo il linguaggio verso il punto più crudele e insieme più intimo, riaffermando sul male e sul silenzio il potere del poeta.In occasione del conferimento del premio letterario Città di Brema (1958), nel discorso di ringraziamento, Celan disse:“Raggiungibile, vicina e non perduta in mezzo a tante perdite, una cosa sola: la lingua. La lingua, essa sì, nonostante tutto, rimase acquisita. Ma ora dovette passare attraverso tutte le risposte mancate, passare attraverso un ammutolire orrendo, passare attraverso le mille e mille tenebre di un discorso gravido di morte. Essa passò e non prestò parola a quanto accadeva; ma attraverso quegli eventi essa passò. Passò e le fu dato di riuscire alla luce, 'arricchita' da tutto questo. Con questa lingua, in quegli anni che seguirono, io ho tentato di scrivere poesie: per parlare, per orientarmi, per accertare dove mi trovavo e dove stavo andando, per darmi una prospettiva di realtà”. Angela PedutoFurore e mistero nella poesia di René Char Sabato 24 marzo 2018, ore 17Libreria Einaudi, Via Mascarella 11/A Bologna Di René Char Einaudi ha recentemente ripubblicato i Feuillets d’Hypnos, da molti anni introvabili, testimonianza folgorante dell’esperienza di resistenza francese, cui il giovane poeta partecipò attivamente con il nome di comandante Alexandre.Per René Char la poesia è atto di rivoluzione, gesto etico cui egli si consegna totalmente, appassionatamente.Scrive Vittorio Sereni, traduttore della raccolta: “Perché ho tradotto, o cercato di tradurre nonostante i rischi, René Char? […] Sapessi rispondere, saprei definire la poesia di Char. Fra tutte le “poesie” da me lette e amate in questi ultimi anni, è la più lontana dall’“idea di poesia” che ciascuno di noi (per tradizione, per educazione, per abitudine) possiede, e insieme la più stretta al cuore della poesia stessa, dove la letteratura o la poesia-che-si-sapeva-già non porgono più alcun soccorso al lettore, e questi, coinvolto da capo a piedi in quei bouts d’existence incorruptibles che sono i poèmes, rimane perfettamente solo a sentirsi investito d’un potere – d’interiore libertà, d’uno slancio vitale e d’un coraggio morale – che per un istante egli crede di ricevere femminilmente dall’esterno, mentre poi s’accorge che tale ricchezza era già in lui, sonnecchiante ma presente, come se il poeta altro non avesse fatto che risvegliarla, non inventando ma scoprendo; e quindi suscitando un moto, più che d’ammirazione, di gratitudine.”
LA LINEA D’OMBRA DELL’ADOLESCENZAsabato 14 ottobre 2017 alle ore 17:00
Libreria Einaudi Via Mascarella 11/A BolognaGiorgio Scianna dialoga con Raffaele Riccio a partire dal suo libroLa regola dei pesciIntroduce Angela Peduto, psicoanalista Ingresso libero (posti a disposizione limitati)« Che fine hanno fatto gli unici quattro maschi della quinta C? Perché quei banchi vuoti? Dopo la vacanza in Grecia nessuno sa più niente di loro: disattivati i cellulari, nemmeno un post su Facebook. Come un piccolo gruppo di pesci, hanno cambiato rotta all'improvviso, muovendosi verso le acque più profonde. E quando i ragazzi si rifiutano di rispondere, allora è tempo che gli adulti comincino a farsi qualche domanda.»Sono domande inquietanti ma necessarie, quelle sollevate dal libro di Giorgio Scianna La regola dei pesci. La linea d’ombra dei quattro ragazzi è certamente quella dell’adolescenza, quella zona di smarrimento, d’insicurezza, di impaurita spavalderia che occorre superare per farsi un po’ più grandi. Ma la loro rotta non può che spaventarci: è il nuovo mito del jihad - con la promessa di un mondo ideale e di una fratellanza senza competitività - che li cattura attraverso le immagini di propaganda diffuse in rete. Questi ragazzi sono sintomo di un occidente malato, che ha « perso l’anima » e che oggi, anziché nutrire i sogni e le speranze dei suoi figli, insidiosamente scava dentro e intorno a loro, il vuoto.Angela Peduto e Raffaele Riccio Da Socrate a Foucaultvariazioni filosofico-letterarie sul tema della follia
Libreria Einaudi Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947Sabato 8 aprile 2017ore 17 ingresso libero (posti a disposizione limitati)Partecipano gli attori Giulia Fratini ed Elia Tapognani« Dove c’è opera non c’è follia – scrive Michel Foucault - e tuttavia la follia è contemporanea dell’opera, poiché inaugura il tempo della sua verità ». Della follia la cultura occidentale ha perso le tracce. Addomesticata nella forma di «malattia mentale», poco resta di questa esperienza che « apre un vuoto, un tempo di silenzio, una domanda senza risposta ».Ci affideremo ad una figura femminile affascinante e misteriosa per sporgerci su questa dimensione sfuggente dell’essere. Il suo nome è Ninfa, le sue reincarnazioni numerose. Ci lasceremo attrarre da alcune di esse, fino a ritrovarla in un affresco del Ghirlandaio a Firenze e nelle visioni di Aby Warburg. Circa vent’anni separano lo sguardo del giovane studioso incantato davanti alla leggiadria di Ninfa in Santa Maria Novella dalle grida terrifiche dello stesso uomo rinchiuso nella clinica psichiatrica di Kreuzlingen. Nei lunghi anni di follia accade che Warburg parli alle farfalle e alle falene: ritrova forse nella loro natura aerea l’ondeggiare flessuoso di Ninfa? Ninfa è grazia e frenesia, è leggerezza e morte.Da Kreuzlingen volgeremo la rotta indietro, verso il tempo e il luogo dove tutto ebbe inizio. Sulle rive ombreggiate dell’Ilisso Socrate, nympholeptos – rapito dalle Ninfe - discorre col giovane Fedro d’amore e di follia …Angela Peduto è psicoanalista, saggista, traduttrice, violoncellista dilettante.Raffaele Riccio è storico. Specialista del Barocco, insegna storia e filosofia nei licei.IO VICINO A UN FIORE FIORISCOincontro conChandra Livia Candianie le poesie dei bambini delle periferie multietniche di MilanoVenerdì 17 marzo 2017 ore 18 Ingresso liberoCentro Giorgio Costa, Via Azzo Gardino 48 Bologna Chandra Livia Candiani, poetessa di rara sensibilità, capace di abitare le periferie dell'essere e di porsi in ascolto con la delicatezza che si deve alle cose fragili, ci racconterà l'esperienza poetica realizzata con i bambini, molti dei quali stranieri, incontrati nelle scuole della periferia milanese.Non parleremo di migranti o di bambini, ma ascolteremo la loro parola e per una volta, piuttosto che pensarli come vittime da aiutare, li penseremo come risorse, come guide e fonte di creatività. Uno spazio di parola, quella poetica, in cui può prendere forma ciò che ancora non sappiamo, che non è ancora nato, ciò che altrimenti rimarrebbe muto e inascoltato.
Chandra Livia Candiani è una delle voci più intensamente e autenticamente poetiche presenti nel paesaggio letterario italiano. Ha pubblicato le raccolte di poesie Io con vestito leggero (Campanotto 2005), Bevendo il tè con i morti (Viennepierre 2007, Interlinea 2015), La bambina pugile ovvero la precisione dell'amore (Einaudi 2014). È presente nell'antologia Nuovi poeti italiani curata da Giovanna Rosadini (Einaudi 2012). Dai laboratori di poesia con bambini delle periferie multietniche di Milano è nato il libro Ma dove sono le parole? (con A. Cirolla, Effigie 2015).L'incontro è realizzato in collaborazione tra le associazioni officinaMentis, Diversa/mente e Costarena. E’ inserito nella rassegna del CostArena “Marzo è donna”.
Herman Melville Moby-Dick
Sabato 4 febbraio 2017 ore 17 ingresso libero (posti a disposizione limitati) Libreria Einaudi - Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947Mariangela Pierantozzi, psicoanalistaPartecipa l’attrice Francesca BallicoHerman Melville è un autore che meglio di altri si è accostato alla situazione dell’uomo moderno, cercando di sondare gli abissi del suo animo. Leggere Moby-Dick significa confrontarsi con la pervicacia del male che travolge l’umanità, con il peccato di orgoglio che si annida al centro del suo cuore. Vi è dipinta l’umana superbia di credersi depositari della verità assoluta, la violenza predatoria e devastatrice dell’uomo sulla natura, la ferita narcisistica che non sopporta fragilità e limiti, che si ammanta di inverosimile onnipotenza e di incredibile sicurezza. Libro biblico, profetico, religioso, pagano, mitico, avventuroso, enciclopedico, psicologico e psicopatologico, Moby-Dick è una delle opere che incarnano al meglio la definizione di Franco Moretti di “Opera Mondo”. Ora abbiamo un ulteriore motivo per rileggere questo capolavoro della letteratura americana: la nuova traduzione comparsa per Einaudi. Moby-Dick risplende, fantasma del Libro di Giobbe, attraverso un fraseggio limpido e poetico di cui è dolce assaporare il rotolio delle parole sulla lingua. (Mariangela Pierantozzi)
sabato 10 dicembre 2016 - ore 17,00 - Via Mascarella 11/a
Elena Varvello
presenta il suo libro La vita feliceinterviene Andrea Tarabbia (scrittore)«Desideriamo sempre che gli altri ci raccontino la verità: è un sogno. Per uno scrittore, soprattutto, la verità è quella che Flannery O’Connor chiamava verità narrativa, la verità dell’immaginazione, quella che puoi raggiungere soltanto nel racconto. Io credo di non sapere ma posso comunque immaginare. Per me è incomprensibile una richiesta di verità che non tenga conto dell’immaginazione.» Elena VarvelloUn libro fatto di padri che non ci sono, o che sono altrove, persi in una malattia e in un’ossessione, e di figli (maschi) che provano a crescere nonostante queste assenze. Questo è, almeno in parte, La vita felice: scritto, o meglio, raccontato da Elia il romanzo segue i fatti di un’estate cupa, enigmatica e allo stesso tempo catartica, il romanzo di Elena Varvello racconta la storia di Ettore, padre di famiglia in un borgo di provincia; perso il lavoro, Ettore entra in una spirale di paranoia, decadenza e (forse) violenza. Il figlio Elia prova a scovarne le tracce: ha sedici anni, un amore che nasce e una vita da vivere senza il padre o nonostante lui. Finché una notte, forse, Ettore commette una follia, perso nel mondo che si è costruito attorno per proteggersi. Ma come sono andate davvero le cose? Tutto è davvero perduto nel buco nero scavato da Ettore o forse si può ancora pensare di costruirsi la vita felice che il titolo promette? A trent’anni di distanza da quella notte e da quell’estate di dolore e di iniziazione, Elia racconta, e raccontando fa i conti con il passato, cercando di gettare una luce sulla mente di suo padre, sulla vita che è stata e su alcune domande che troppo a lungo hanno dormito nella sua coscienza. Scritta con il piglio del thriller, La vita felice è una grande storia di formazione che prova a separare il vero dal falso, il dolore dall’amore. E che, sorprendentemente, ha molto a che vedere con la vita dell’autrice. (A. Tarabbia)Elena Varvello è nata a Torino nel 1971. Ha pubblicato le raccolte di poesie Perseveranza è salutare (Portofranco, 2002) e Atlanti (Canopo, 2004). Con i racconti L'economia delle cose (Fandango, 2007) ha vinto il Premio Settembrini, è stata selezionata dal Premio Strega e nel 2008 ha vinto il Premio Bagutta Opera prima. Nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo, La luce perfetta del giorno (Fandango). Per Einaudi ha pubblicato La vita felice (2016). È docente presso la Scuola Holden di Torino.
martedì 29 novembre 2016 - ore 18,00 - Via Mascarella 11/a
Tommaso Giagni presenta il suo libro Prima di perdertiinterviene Marcello FoisLa resa dei conti tra un padre e un figlio, in un romanzo che ha i toni di una tragedia shakespeariana
Tommaso Giagni è nato a Roma, nel 1985. Ha partecipato a varie antologie, tra cui: Voi siete qui (minimum fax 2007), Il lavoro e i giorni (Ediesse 2008), Ogni maledetta domenica (minimum fax 2010). Per Einaudi ha pubblicato L'estraneo (2012) e Prima di perderti (2016).
Giovedì 17 novembre 2016, alle ore 17presso la sala conferenzedell'Istituto per la Storia e le Memorie del '900 Parri ER in via Sant'Isaia 20(ingresso Museo della Resistenza di Bologna)verrà presentato il libro di Marco Magnani
Sindona. Biografia degli anni Settanta
(Einaudi 2016)
Sarà presente l'autore.
Conduce: Cinzia Venturoli (Unibo)
Interverranno:
Vera Negri Zamagni (Unibo)
Piero Ignazi (Unibo)
La parabola di Michele Sindona, nato nel 1920 in Sicilia e morto suicida nel 1986 nel carcere di Voghera, è un prisma con cui scomporre le componenti della storia italiana nella seconda metà del Novecento. Negli anni Sessanta diviene il fiduciario finanziario del Vaticano. Negli Stati Uniti è un affermato banchiere; in Italia è considerato il piú dinamico finanziere privato. È uno degli uomini senza pedigree che conquistano il successo in anni di straordinario cambiamento dell’Italia. Ha un’intelligenza svelta, la passione per l’azzardo, la spregiudicatezza morale che occorrono per puntare in alto. In pochi anni giuoca e perde la sua partita. Alla fine del 1974 le sue banche falliscono clamorosamente, in Italia e negli Stati Uniti. L’esemplarità della sua vicenda consiste nella capacità di sfruttare creativamente una struttura di potere in cui convivono strettamente forze finanziarie, istituzionali, eversive, criminali. È il mondo delle consorterie trasversali, della loggia massonica P2 e della mafia, in cui Sindona si immerge avendo come referente politico la DC. Questo intreccio di poteri costituisce la versione patologica, ma non effimera, di un modello di capitalismo relazionale il cui ruolo nella storia recente italiana è ormai indiscusso. Sindona fa uccidere da un sicario mafioso il commissario liquidatore Giorgio Ambrosoli, delitto per cui è condannato all’ergastolo. La sua sconfitta si deve soprattutto al coraggio dei pochi che tentarono di arginare lo scadimento dello spirito pubblico di cui il banchiere fu espressione emblematica.
Angela Peduto, Raffaele Riccio
ELOGIO DELLA DISSIDENZALa vicenda di Port-Royal da Sainte-Beuve a Pascal Quignard
Libreria Einaudi Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947Sabato 5 novembre 2016 ore 17.00 ingresso libero (posti a disposizione limitati)Partecipa l’attore Leonardo VenturaLa Corte dei poveri a Port-Royal, Anonimo, Francia, sec XVIIIPort-Royal è il nome di un monastero cistercense femminile fondato nel 1204 nella malsana vallata della Chevreuse, pochi chilometri a sud-ovest di Parigi. Per quattro secoli il monastero portò avanti una vita sonnecchiante finché, nel 1609, la sua giovane badessa intraprese una straordinaria riforma che ne fece uno dei più importanti centri di spiritualità del secolo.Intorno alla comunità di monache, in rapida espansione, si raccolsero i “solitari”, uomini della società civile desiderosi di ritirarsi dal mondo. Senza legarsi con voti monastici, essi cercavano e trovavano a Port-Royal la solitudine, il silenzio, lo studio, la preghiera.A metà del Seicento il monastero era diventato una prestigiosa istituzione spirituale e culturale, ma anche educativa grazie all’istruzione che veniva data nelle Piccole Scuole.A partire dal 1660 la vita del monastero e dei “solitari” fu oggetto di oltraggi prima, di una vera e propria persecuzione poi, da parte della Chiesa per ragioni teologiche e della monarchia per ragioni politiche. Le monache, colte, ribelli e decise a difendere il diritto delle coscienze perché “si obbedisce a Dio prima che agli uomini”, furono deportate, imprigionate, costrette a morire senza estrema unzione. Le scuole furono chiuse e i solitari dispersi. Tra il 1710 e il 1713 l’abbazia di Port-Royal fu completamente rasa al suolo su decreto del Re Sole con l’approvazione del papa. Ma la distruzione lavorò alla produzione di memoria: le tracce che Port-Royal ha lasciato nella cultura europea sono durature e profonde.Oggi lo smarrimento dei nostri tempi trova in Port-Royal un simbolo di resistenza: la resistenza di uomini che hanno scelto la via della propria indipendenza spirituale e della propria responsabilità personale, la resistenza di donne che, in nome della propria autonomia di giudizio, hanno osato contestare i grandi poteri - Luigi XIV, il papato, i gesuiti - e ribellarsi all’obbedienza cieca e irriflessiva cui erano state destinate. “Solitari” erano chiamati uomini della società civile, aristocratici o ricchi borghesi, che sceglievano i costumi del convento (le sue astinenze, i suoi silenzi, le austerità, le veglie, i compiti, le letture) ma rifiutavano di legarsi con i voti. Erano consiglieri di Stato, medici, avvocati, professori, ufficiali, gran signori. Lasciavano la corte per fare venti chilometri e ritrovarsi in un bosco. Potarono. Risanarono i piccoli acquitrini perennemente intrisi d'acqua che costeggiavano la riva e poco a poco erodevano le fondazioni della cappella. Edificarono le loro casupole dall’altra parte del muro, ai bordi del monastero dove si erano ritirate donne che ammiravano, fanciulle la cui reclusione provocava il loro rimpianto, sorelle che amavano. […] Non si lasciavano guidare da alcuna regola esteriore, non obbedivano a nessuno, gelosi soltanto del loro ritiro dal mondo, grandi amministratori del loro ritiro selvaggio - grandi economi, grandi bonificatori di paludi, grandi giardinieri del silenzio. Studiavano. Non davano del tu a nessuno. Non davano del tu a Dio, né ai fanciulli né ai poveri né alle bestie. […]Nel 1678 gli ultimi solitari furono costretti a lasciare la fattoria delle “Granges”, sotto la minaccia del carcere o del rogo. Nel 1711 Port-Royal fu rasa al suolo con l’ordine di Luigi XIV che “non ne restasse pietra su pietra”. Poi, alla fine dell’autunno, quando il freddo era pungente, la terra coperta di neve, le tombe furono aperte. I cani affamati, i corvi, le cornacchie, i topi dei campi divorarono la carne rimasta sulle ossa dei santi che erano morti. Divorarono Racine. Divorarono Hamon che era stato il suo maestro. Le ossa nude furono trasportate con una carretta in una fossa comune al cimitero della vicina parrocchia di Saint Lambert, dove registrammo, per un’intera notte, duecentocinquant’anni più tardi, con Montse e Jordi, la musica sulla quale avevo concepito un piccolo libro. (Pascal Quignard, da Sull’idea di una comunità di solitari, Analogon 2016) Libreria Einaudi, via Mascarella 11/a – Bologna
28 maggio 2016, ore 17.00
Presentazione del libro«La verità delle cose»Margherita Luisa d’Orléans: donna e sovrana d’ancien régimedi Vincenzo Lagioia (Università di Bologna)ne discutono con l’autoreCesarina Casanova (Università di Bologna)Maria Pia Paoli (Scuola Normale Superiore)Carlo Baja Guarienti (Università di Ferrara)moderaFrancesca Roversi Monaco (Università di Bologna) Angela Peduto, Raffaele Riccio
Da Socrate a Foucault : divagazioni filosofico-letterarie intorno al tema della follia
Libreria Einaudi Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947Sabato 23 aprile 2016 ore 17 ingresso libero (posti a disposizione limitati)Partecipano gli attori Giulia Fratini e Leonardo Venturascarica la locandina Mario ColucciQUALE PSICHIATRIA DOPO FOUCAULT?Conferenza-dibattito Sabato 9 aprile 2016 | ore 9.30 | Ingresso liberoISTITUTO STORICO PARRI | Via Sant’Isaia 20, Bologna | Tel. 051 3397211
Nel gennaio 2015 l'associazione officinaMentis ha aperto un Seminario Permanente sull'(In)attualità del pensiero critico. Michel Foucault è stato il primo intellettuale ad essere riletto e discusso. Gli incontri a lui dedicati, in particolare la riflessione su Malattia mentale e psicologia e sulla Storia della follia trovano un ideale compimento nella conferenza di Mario Colucci.Quale psichiatria dopo Foucault?È ingenuo accusare Michel Foucault di “psichiatricidio”, come fece nel 1969 Henry Ey; bisogna semmai riconoscergli di aver mostrato alla psichiatria quanto sia vana l’illusione di possedere una verità assoluta. Tale pretesa è alla radice stessa del potere psichiatrico, in quel ruolo che il medico si arroga il diritto di assumere quale depositario assoluto della verità. Ruolo giocato soprattutto verso il soggetto folle prima ancora che verso gli altri saperi disciplinari, “diritto assoluto della non-follia sulla follia”, padronanza di una verità stabilita una volta per sempre perché fondata sulle evidenze di una scienza medica e di una presunta normalità, che si reclamano come universalmente riconosciute. Questa pretesa per Foucault va messa radicalmente in questione.Ma oggi, nel nostro contesto culturale e scientifico, è possibile farlo? Questa verità può ancora essere oggetto di una confutazione o meglio di una negoziazione tra i soggetti che vi sono implicati, in primo luogo il medico e il paziente nella loro scena di affrontamento? Cercheremo di tracciare il percorso foucaultiano che porta da Storia della follia ai seminari tenuti negli anni settanta al Collège de France, quali Il potere psichiatrico e Gli anormali. (Mario Colucci) Mario Colucci è psichiatra presso il Dipartimento di Salute Mentale di Trieste, docente a contratto presso le Scuole di Specializzazione in Psichiatra e in Neuropsicologia dell’Università di Trieste e presso l’Istituto per la Clinica dei Legami Sociali (ICLeS) di Venezia. Psicoanalista, membro del Forum Psicoanalitico Lacaniano, è socio fondatore del Laboratorio di Filosofia Contemporanea di Trieste e redattore della rivista Aut aut. Con Pierangelo Di Vittorio ha pubblicato il libro Franco Basaglia (Bruno Mondadori, 2001), uscito anche in traduzione francese e spagnola. Incontro con la poetessa Chandra Livia Candiani per conversare di poesia, d’infanzia, d’amore, di silenzio....… ed altre cose.... Libreria Einaudi Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947 Sabato 20 Febbraio 2016 ore 17.00 ingresso libero (posti a disposizione limitati) Chandra Livia Candiani è una delle voci più intensamente e autenticamente poetiche presenti nel paesaggio letterario italiano. La sua poesia testimonia della capacità che la parola ha di dare senso alla nostra esperienza, anche la più indicibile. La sua è la voce di quei poeti, rari, per i quali la poesia è rischio e necessità, non gioco di parole e mestiere.Fondamentale è stato per lei l’incontro col buddhismo e la meditazione. Vive traducendo testi buddhisti, scrivendo poesie e lavorando con i bambini delle scuole elementari della periferia milanese per i quali tiene laboratori di poesia.Ha pubblicato le raccolte di poesie Io con vestito leggero (Campanotto 2005), Bevendo il tè con i morti (Viennepierre 2007, Interlinea 2015), La bambina pugile ovvero la precisione dell'amore (Einaudi 2014). È presente nell'antologia Nuovi poeti italiani curata da Giovanna Rosadini (Einaudi 2012).“L’insegnamento del Buddha e soprattutto la pratica mi hanno fatto percepire che sono attraversata da un soffio, il respiro, e che questo soffio mi fa mondo e fa il mondo me, e che ci connette, con tutto e tutti. Anche la poesia connette. È un legame misterioso. Una consegna. Il respiro ci consegna alla vastità dell’aria e la poesia a quella della parola.La poesia io la attendo, da sempre, non ho mai scritto. Ho atteso e poi trascritto. E la meditazione è attesa, attesa senza futuro. Attendere niente, acquietarsi in uno stato d’attesa che è la vita stessa, sedersi a sentire l’attrito che è la vita, riceverla in pieno corpo senza battaglie e senza nomi. Allora si apre uno spazio dove si sente tutto e tutto si svolge senza discussioni. Ma anche la poesia è così, è togliere ostacoli, tacitare le voci critiche, la cornacchia che vive sulla mia spalla e mi commenta il reale senza sosta e mi dice quello che so già e non mi lascia accogliere con freschezza quello che capita. La meditazione mi insegna a non credere alle cornacchie, a stare nel silenzio con silenzio. E dunque mi consente di entrare in uno stato di poesia, di conoscenza nuda del mondo. E il mondo è coscienza vasta dove si galleggia insieme in quell’elemento che usiamo chiamare vita, ma ci sta dentro anche la morte. Ci sta dentro proprio tutto. Anche il nulla. La poesia è stata la mia prima Via, ma non riusciva a farmi amare l’umano, mi legava alla natura e all’infinito. Ma mancava un pezzo e questo anello mancante è la compassione per noi, per i brancolanti esseri umani e me l’ha insegnata la pratica buddhista, mi ha aperto il cuore al nostro dolore. Non siamo separati, siamo maglie di una stessa stoffa.”(Chandra Livia Candiani)
Il TuffatoreAngela PedutoLibreria Einaudi Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947Sabato 16 Maggio 2015 ore 17.00 ingresso libero (posti a disposizione limitati)Giovanni Chessa legge brani tratti da Bute, di Pascal Quignard
Entrare in questo libro è come varcare la soglia di un teatro greco. Un immenso teatro dove molte voci si intrecciano, ora annodandosi ora sciogliendosi, per parlare della vita e della morte, dell'oscurità delle origini, del tempo che è prima del tempo, della perdita e della notte, del canto primordiale e della nostalgia.Chi è Bute? E’ uno sconosciuto eroe che fa la sua apparizione in una manciata di versi delle Argonautiche, scritte da Apollonio Rodio ad Alessandria nel III sec. a.C.. Bute è l'argonauta che volle ascoltare il canto delle Sirene e si gettò nell'acqua, il solo che rispose all'appello del canto originario meraviglioso e mortale. Orfeo intonò con la cetra un controcanto che potesse respingere l’appello delle Sirene; una generazione dopo Ulisse ascoltò, ma prese la precauzione di farsi legare con solide corde all’albero maestro della nave; Bute soltanto si gettò nell’acqua. Bute è l’eroe dell’abbandono, il solo eroe dell’antichità che assuma il rischio di acconsentire all’ignoto. Nella meditazione poetica di Quignard egli diventa il Tuffatore, colui che incarna il desiderio di avvicinarsi al fondo abissale della vita e all'enigma della natura umana, anche a costo di morirne.Quignard appartiene a quella tradizione di letterati per i quali la letteratura è un'avventura e un rischio. Se ci consegna un piccolo, affascinante libro sulla musica è solo perché per lui nulla più della musica sa spingersi verso quel luogo estremo che giace al di là del linguaggio: da questo luogo, origine e destino delle nostre vite, Bute è chiamato e ad esso si offre. Bute si alza, si tuffa, va verso lo scoglio delle Sirene e muore nel loro canto. (Angela Peduto)
Presentazione del libro di Giusi Marchetta Lettori si cresceCon Andrea Tarabbiasarà presente l’autrice
Sabato 9 Maggio 2015 ore 17.00 ingresso libero Libreria Einaudi Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947 «Hanno dodici, quindici, sedici anni. Sono insicuri, confusi, hanno dubbi su tutto. Meno che su una cosa: leggere è noioso, difficile e non rende felici. Leggere, insomma, non serve a niente. I ragazzi fuggono dalla pagina scritta: le storie le trovano in tv, le informazioni su Google, e la bellezza se la cercano addosso. Pensare di poterne fare esperienza attraverso le parole che si trovano nei libri, nei fumetti, nelle riviste, è un'idea che non li sfiora neppure. Verrebbe quasi voglia di arrendersi e lasciarli andare. Oppure no». Giusi Marchetta, scrittrice e insegnante, scrive un saggio rigoroso e divertito sul fatto che, nonostante tutto, la passione per la lettura, o meglio, il desiderio di leggere può essere trasmesso. Non basta ovviamente raccontare che leggere è bello e divertente (molto spesso non lo è affatto): tuttavia, armandosi di pazienza, cercando il libro giusto per ogni adolescente, si può forse aprire una piccola breccia, depositare un piccolo seme. Tra ricordi d’infanzia, riferimenti letterari, esperimenti sul campo, Giusi Marchetta mette in scena un corpo a corpo con i “non lettori” per eccellenza, i ragazzi, e sprona gli adulti a lavorare su di loro e con loro. Perché, dopotutto, leggere non è solo uno svago o un dovere: è una competenza di specie. È tra le poche attività che ci rendono umani.
LE FIGURE DELLA PASSIONEMargherita Luisa D'Orléans
La legge e la passione
Vincenzo Lagioia Libreria Einaudi Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947Sabato 18 Aprile 2015| ore 17.00 ingresso libero In cerca di una moglie e dopo una lunga trattativa con il cardinal Mazzarino, Cosimo III de’ Medici nel 1661 sposa Margherita Luisa d’Orléans la figlia di Gastone d’Orléans, fratello di Luigi XIII.Nel corso delle trattative per il matrimonio con il Medici uno degli interlocutori privilegiati, il futuro vescovo di Béziers, scriveva al primo ministro del granduca di Toscana: “Mademoiselle d’Orléans a treize ans; elle est belle de visage, brune de cheveux, ses yeux sont bleu turquoise et elle semble très douce”. Il tema della dote fu centrale per un lungo periodo e, mentre la principessa veniva esaltata per le sue innumerevole doti, il rango ed ogni sorta di particolare estetico, la dote restava il punto dolente. Come scriveva l’abbé de Choisy, in quei tempi “la cour était dans sa magnificence extérieure, toute la misère était au dedans”.L’ingresso di Margherita a Firenze fu un trionfo, il popolo l’accolse con entusiasmo e il granduca spese per i festeggiamenti una fortuna. Ma i dissidi cominciarono presto. Margherita non tollerava la suocera Vittoria della Rovere, ritenuta da lei bigotta e sempre attorniata da preti, frati e gesuiti. L’odio era reciproco e i litigi stancarono presto il granduca e la principessa. Del resto la relazione segreta con Carlo di Lorena continuava, tanto che Ferdinando avvisò Luigi XIV chiedendo un intervento risolutivo. Margherita cominciò a odiare la Toscana e l’Italia e a supplicare il re di accoglierla a corte. Era una donna intensamente passionale. Fu dipinta come folle ma la sua estrema lucidità nell’affrontare le questioni di cuore rivelò una natura tutt’altro che squilibrata. La legge con i suoi volti molteplici, i contratti matrimoniali, le etichette rigide, gli impegni di forma, non poté imbrigliarla; nonostante le pressioni del clero e le chiusure del cugino, il re potentissimo Luigi XIV, riuscì a svincolarsi e a tentare una delle pochissime strade di libertà possibili, cioè una separazione dal marito con l’impegno di sostenerla economicamente. Per una donna la libertà non era facile da ottenere, ma la nostra moderna eroina con artifici e tenacia riuscì a conquistare il suo angolo di cielo. Le sue storie con uomini di ceto sociale basso la renderanno agli occhi di alcuni una ninfomane, ma anche in questo Margherita sfiderà la legge e la sua ipocrisia.Margherita morì il 17 settembre 1721 all’età di 76 anni. Nel testamento lasciò a ciascuno dei figli 300 mila franchi, nominò erede universale la cugina principessa d’Epinoy, e del marito non fece cenno. Il suo corpo fu deposto nelle tombe reali in Saint-Denis. (Vincenzo Lagioia, storico)
LE FIGURE DELLA PASSIONE
Lucrezia Borgiastrumento e vittima di maschili ambizioni Mariangela Pierantozzi Libreria Einaudi Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947Sabato 14 Marzo 2015 | ore 17.30 ingresso libero Voci recitanti: Francesca Ballico e Giovanni Chessa Chi era Lucrezia Borgia? La fosca, fatale, mitica Messalina dal volto di una Madonna di Raffaello, l'avvelenatrice di più di un amante, l'incestuosa figlia di Alessandro VI, "la più gran puttana del Vaticano", l'intrigante sorella e amante di Cesare Borgia, la madre priva di affetto per i suoi figli, che storici, poeti, cronache antiborgiane del cinquecento divulgarono? Che soprattutto Victor Hugo, Felice Romani e Gaetano Donizetti nella Francia e nell'Italia dell'ottocento fissarono in modo indelebile? Nel corso dei secoli una congerie di negative leggende si è depositata su questo personaggio sconvolgendone l'identità reale. Studi storici attenti e approfonditi lasciano emergere l'immagine di una donna - l'unica donna Borgia - che fu strumento consenziente di quella famiglia nelle cui vene scorreva un "drogato sangue spagnolo" carico di forti passioni e ambizioni. Significativa figura femminile di un secolo avaro e ingrato verso le donne seppure di rango, succube per scelta oltre che per educazione, Lucrezia fu figlia obbediente, moglie silenziosa e devota, vice governatrice dello Stato Pontificio, governatrice di Spoleto e Foligno, contessa di Pesaro, duchessa di Bisceglie, duchessa di Ferrara. Sempre consapevole e rispettosa delle ragioni di stato e del suo popolo, fu madre amorevole di otto figli, consumata da dieci gravidanze, terziaria francescana. È l'ultima della sua famiglia a morire, Lucrezia, aiutata dal suo stile accorto, remissivo, altero, come canna che obbedisce alla forza del vento con eleganti movenze, piegata al suo destino di donna. Tra gli ori e gli splendidi affreschi degli appartamenti vaticani e le ombrose e fredde stanze ferraresi coltivò per tutta la vita sogni di fanciulla gentile e sensuale, alla ricerca di un ideale d’uomo non trascinato dalla passione per il potere e per gli intrighi politici, ma il cui fascino risiedesse nella finezza dello spirito, nell'amore per la poesia e la musica, nella condivisione degli affetti, nei modi gentili, teneri, rispettosi, come dimostrano le uniche passioni della sua vita: Pietro Bembo e Francesco Gonzaga. (Mariangela Pierantozzi, psicoanalista)
sabato 28 febbraio | ore 17.00Punto Einaudi BolognaVia Mascarella 11/a - 051222947
Il gruppo Psicolettere incontra Marcello Foisper discutere del suo romanzoNel tempo di mezzo
Uno dei libri più belli e più profondi di Marcello Fois, Nel tempo di mezzo, verrà discusso, in presenza dell'autore, da tre psicanalisti del gruppo Psicolettere: Bernardo Baratti, Clementina Pavoni e Filippo Strumia.Il tempo di mezzo che viene raccontato nel romanzo è, da un punto di vista storico-sociologico, quello del dopoguerra, quello del passaggio dalla vecchia società contadina alla modernizzazione degli anni Sessanta. Ma il tempo di mezzo è anche qualcosa che sta tra la vita e la morte, una dimensione psichica che tutti i personaggi del libro percorrono più o meno drammaticamente. L'incontro del 28 cercherà di mettere in luce alcune zone più riposte di questa saga familiare che la rendono coinvolgente ed emozionante come poche altre.
LE LACRIME DEGLI EROI - Per una storia dei sentimenti -Raffaele RiccioLibreria Einaudi Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947Sabato 15 Novembre 2014 ore 17.30 ingresso libero (posti a disposizione limitati)
La storia delle relazioni umane non può rinunciare ad una visione etica ed estetica dei sentimenti e delle emozioni. Nell’antichità all’eroe omerico era lecito piangere, soffrire, odiare, senza timore di manifestare ciò che provava. Mostrare le lacrime non ne sminuiva la personalità. Tuttavia, a partire dall’età di Pericle, epoca in cui filosofi e politici hanno iniziato ad elaborare diversi e più razionali modelli di comportamento, è apparso disdicevole fare emergere il volto dei sentimenti. Platone, Aristotele ed anche Epicuro hanno privato il pianto e le emozioni di valenza sociale, relegandoli a manifestazioni di debolezza. Da allora in poi gli eroi sono stati sostituiti da uomini, dotati di ragione, che non potevano mostrare ciò che sentivano. Attraverso la lettura di alcuni brani dei testi omerici più significativi e l’esame del testo di Matteo Nucci, Le Lacrime degli Eroi (Einaudi 2013), cercheremo di ripercorrere i momenti di questo processo culturale che ha influito sull’interpretazione dei sentimenti e sulla loro rappresentazione. Raffaele Riccio insegna Storia e Filosofia al Liceo E. Fermi di Bologna. Si è occupato della cultura del Barocco ed ha pubblicato articoli e libri di Storia e di Storia dell’alimentazione. Voce recitante Giovanni Chessa (IN)ATTUALITA’ di MICHEL FOUCAULTTavola rotonda intorno all'opera di Michel Foucault officinaMentis organizza in collaborazione con la libreria Einaudi di Bologna un pomeriggio di lavoro interamente dedicato al grande filosofo francese.Intervengono Orazio Irrera (filosofo, Université Paris 1, Panthéon- Sorbonne)Luisa de Paula (filosofa, Università di Urbino)Diego Melegari (ricercatore Centro Studi Movimenti-Parma)Valerio Romitelli (storico delle dottrine politiche, Università di Bologna)_____________
Libreria Einaudi
Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947Sabato 11 ottobre 2014 ore 16.30 ingresso libero
(posti a disposizione limitati)(scarica la locandina)
Archivio eventi mercoledì 11 giugno ore 18,00 Michele Mari presentaRoderick Duddle, Einaudi InterverrannoMarcello Fois (scrittore)Andrea Tarabbia (scrittore) Ingresso libero«Ci sono romanzi che ci catturano fin dalla prima pagina e non ci lasciano più, romanzi che ci fanno perdere la cognizione di tutto il resto. Che ci riportano indietro nel tempo, alle fameliche e appassionate letture dell’adolescenza, quando leggevamo Il richiamo della foresta di London o L’isola del tesoro di Stevenson e venivamo completamente assorbiti da quelle storie e catapultati in mondi avventurosi dai quali ci riscuotevamo solo per sopperire alle basilari necessità fisiologiche della vita. Era a malincuore che ritornavamo alla realtà, sorpresi di come il tempo fosse volato e fosse già prossima l’ora di cena: ci sedevamo a tavola con aria assente e trasognata, sotto lo sguardo perplesso di nostra madre, e tra un boccone e l’altro continuavamo a fantasticare sulle storie e i personaggi del romanzo fin quando non ci era concesso di tornare nuovamente a inabissarci nella lettura». Antonella Falco – Nazione Indiana Non c’è presentazione migliore per Roderick Duddle, l’ultimo romanzo di Michele Mari. Figlio di una prostituta, Roderick è un ragazzino che fugge: rimasto orfano scopre, come nella migliore tradizione del romanzo d’appendice, di possedere un medaglione che è un viatico per un’enorme ricchezza. Così, in un lembo di Inghilterra che Mari ridisegna inventandosi una toponomastica immaginaria, tutti sembrano volerlo catturare: da Jones, tenutario del bordello dell’Oca Rossa, alla Badessa di un convento poco incline a occuparsi di cose spirituali, a una girandola di personaggi cupi o grotteschi, tutti figli del grande amore dell’autore per il romanzo d’avventura del Sette e Ottocento. Perché è questo, Roderick Duddle: una grande avventura giocata sul ri-uso dei topoi letterari che hanno reso grandi Dickens, Stevenson, Fielding, Salgari e molti altri, qui amati e rimescolati in un’incredibile groviglio di avvenimenti, colpi di scena e rimandi letterari. Ne viene un grande romanzo inattuale eppure incredibilmente vicino, dove si va per mare e ci si confronta con il proprio doppio, si esplorano enormi e lugubri cantine e si sente risuonare dietro le spalle la sentenza di qualcuno che tiene in mano un pugnale. Roderick Duddle è in qualche modo la summa del lavoro di Michele Mari con la parola: ed è, soprattutto, una grande festa per la chi ama la lettura.
l’Associazione Culturale Italia-Olanda-Fiandre (ACIOF) presenta Oltre l’orecchino di perla Qualche precisazione e alcuni approfondimenti intorno alla mostra di Palazzo Fava Conferenza multimediale di Alessandro Zacchi Mercoledì 2 aprile 2014, ore 17:00Punto Einaudi Via Mascarella, 11/a Bologna
Incontri di Letteratura e Psicoanalisi
I fratelli Karamazov
di Fёdor Dostoevskij Mariangela Pierantozzi Libreria Einaud i
Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947
Sabato 29 marzo 2014 ore 18 ingresso libero L'associazione psicoanalitica officinaMentis e la libreria Einaudi di Bologna organizzano il consueto appuntamento culturale dedicato all'incontro tra psicoanalisi e letteratura.La dottoressa Mariangela Pierantozzi riprenderà l'esame delle tematiche del male attraverso un romanzo intramontabile, I fratelli Karamazov. Brani del libro saranno letti da Giovanni Chessa. Italo Calvino definisce “classici” “ quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati, ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserva la fortuna di leggerli per la prima volta ….. Essi esercitano una influenza particolare sia quando si impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale”. E’ naturale dunque occuparsi di Dostoevskij, impegnato lungo tutta la sua vita a far luce, attraverso la scrittura, sul mistero dell’animo umano, navigando nelle acque del dubbio e delle domande universali. I Fratelli Karamazov, romanzo contenente al suo interno svariati altri racconti, è un Affresco dei rapporti dell’uomo con il male: il male ereditato per filiazione da padre in figlio ,che evolve e si redime sotto il peso della cultura e del complesso di Edipo e il male non trasformabile, che compulsivamente si attua e ripete attraverso la sofferenza e la morte degli innocenti. La troika dei Karamazov ci presenta tre uomini per svelare l’uomo, per esplorare le trasformazioni e le eventuali risoluzioni del male. Vi scopriamo quale finalità ogni fratello riuscirà a dare all’eredità della cattiveria paterna. Alesa lo spirituale, il puro, segnato dalla grazia,indenne dal male; Dimitri il gaudente che combatte con le sue pulsioni, ma non criminale; Ivan il cinico scettico che si rifiuta di cancellare il Male con le illusioni religiose. Dostoevskij mette in scena la doppia tematica del male: il parricidio e l’infanticidio. Quest’ultimo è per l’autore la figurazione del male non attaccabile dalla storicizzazione culturale ed evolutiva della scena edipica, è il male immutabile e atemporale. Hanna Arendt dice “Quando il pensiero si occupa del male non trova niente”.Niente cui si possa dare nome,poiché il pensiero, di fronte al male, non è in grado di emanciparsi dal magma indistinto delle origini. Dostoevskij non conosce verità impersonali, uniche. Egli declina delle voci-idee, delle voci-punti di vista, in una trama spesso dialogica: Ivan e Alesa,il Cristo e il Grande inquisitore, in una polifonia che conduce al dubbio: al mondo non c’è nulla di definitivo e l’ultima parola sull’uomo non è stata ancora detta. (Mariangela Pierantozzi) Incontri di Letteratura e PsicoanalisiL’importanza dei luoghi comuniMarcello FoisLibreria Einaudi, Via Mascarella 11/A Bologna tel.051-222947Sabato 7 dicembre 2013 ore 18 ingresso libero
Due gemelle molto diverse tra di loro, una casa vuota abitata nel tempo dell'infanzia, un padre che le ha abbandonate da piccole: questi gli ingredienti principali di un racconto che si spinge nelle pieghe di un'interiorità fatta d'amore e di crudeltà, di tristezza e di rancore.Dietro l'intreccio che lo scrittore sapientemente mette in scena si disegna un altro intreccio, familiare allo psicoanalista. "Esiste un punto in cui anche le ipotesi totalmente antagoniste coincidono. Un unico punto certo difficile da trovare, ma che vale la pena di cercare..." Là, in quel punto dove gli opposti coincidono, dove l'amore può volgere all'odio e viceversa, dove lo specchio rinvia l'immagine e le sue distorsioni, là si condensano temi cari allo psicoanalista: il doppio, l'immagine ideale, la rivalità fraterna e fratricida. E questo sullo sfondo di un'umanità sempre pronta alla logica della predazione. Di questi temi ed altri lo scrittore Marcello Fois e la psicoanalista Angela Peduto discuteranno col pubblico.
Appuntamenti culturali di officinaMentis. Psicoanalisi, musica, letteratura Il segreto della musica
Angela Peduto
conversazione ad uso di musicisti, lettori, letterati, melomani, melanconici, musicologi nostalgici....e tutti gli'altri....!
Libreria Einaudi
Via Mascarella 11/A Bologna tel. 051-222947
Sabato 16 novembre 2013 ore 18 ingresso libero
Ilaria Colicchio legge brani tratti da Tous les matins du monde di Pascal Quignard
Rosita Ippolito e Martina Weber eseguono musiche di Sainte Colombe e Marin Marais
Appuntamento insolito quello che proponiamo, nel quale la musica è ospite d’eccezione. Ospite enigmatica, a dire il vero: ribelle alle parole e immune alle spiegazioni, la musica conserva una sorta di tenace refrattarietà alle nostre interpretazioni e custodisce gelosamente il segreto del suo fascino.Non cederemo dunque alla tentazione di spiegare, ma lasceremo affiorare qualche suggestione, vagando tra le pagine letterarie, guidati dalla voce incantevole della viola da gamba. programma musicale Marin MaraisLes voix humainesMonsieur de S.te ColombeConcert XLI: Le RetourJoseph Bodin de BoismortierPreludeMonsieur de S.te ColombeConcert XLIV: Tombeau Les RegretsFrançois CouperinPréludeJoseph Bodin de BoismortierAllemandeMarin MaraisTombeau pour Monsieur de S.te ColombeMonsieur de S.te ColombeTombeau Les Regrets
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Librinfesta 2013
Centro civico “La Corte Bruno Agresti” di via F.lli Cantini 8 - Traversetolo ci trovate in Sala delle Colonne con il nostro Stand di libri
Marcello Fois presenta il suo ultimo libro "L'importanza dei luoghi comuni" Monticelli Terme - Hotel delle Rose Via Montepelato Nord n. 4 saremo presenti con il volume ed. Einaudi
I Corsi di "Ancient World" ARCHEOLOGIA - ANTROPOLOGIA - STORIA ANTICA Martedì 15/22/29 Ottobre dalle ore 17.00 alle ore 18.30 Maria Longhena terrà il corso: "LE PIU' ANTICHE CITTA' DEL MONDO. DALLA PALESTINA ALL'INDIA, L'ALBA DELLA STORIA" Costo del corso: € 30,00 Il corso si terrà presso la Libreria Einaudi, via Mascarella 11a Bologna Per info: Maria Longhena 3358074657 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. Lectio Magistralis di Rafael Moneo “Gli edifici non sono solo oggetti” Europauditorium - Palazzo dei Congressi - Bologna Mercoledì 25 Settembre ore 11,00 Introduzione di Francesco Dal Co In occasione dell’evento è disponibile il volume di Rafael Moneo “Inquietudine teorica e strategia progettuale nell’opera di otto architetti contemporanei” Electa GIOVEDI' 30 MAGGIO, ore 18.30 - Einaudi via Mascarella 11a Luigi Trucillo presenta il suo libro QUELLO CHE TI DICE IL FUOCO
Hai mai assaporato il gusto velenoso della La prima prova narrativa di un poeta riconosciuto e apprezzato: la sua scrittura intensamente visionaria e musicale cattura il lettore tra le pagine di un romanzo veloce e intensissimo. Con le cadenze di un thriller interiore "Quello che ti dice il fuoco" ci costringe a riflettere sul nostro incoercibile bisogno di verità. Luigi Trucillo è nato a Napoli. Ha pubblicato Navicelle (Cronopio 1995), con un’introduzione di Giorgio Agamben, Carta mediterranea (Donzelli 1997), Polveri, con illustrazioni di Lino Fiorito (Cronopio 1998), Le amorose (Quodlibet 2004), Lezione di tenebra (Cronopio 2007), con cui è risultato supervincitore del premio Lorenzo Montano 2008. Una selezione delle sue poesie è stata tradotta in tedesco. Ha collaborato con “il manifesto”. La sua ultima raccolta di versi, Darwin (Quodlibet 2009), ha vinto il premio Napoli per la poesia 2009. Nel 2010 è apparsa presso Elliot la sua rielaborazione, scritta insieme a Renato Benvenuto, del Flauto Magico per L’Orchestra di Piazza Vittorio. Il giorno della presentazione, è possibile acquistare il libro a € 8,50 (€ 10,00) Ingresso libero venerdì 1 febbraio alle ore 18,30 innaugurazione della mostra fotografica ...Cuba poesie a colori appunti di vista di Antonella Diamanti durante la serata Francesca Romana Degl' Innocenti leggerà poesie di giovani poeti cubani segue aperitivo - Ingresso libero
CICLO DI INCONTRI SU PSICOANALISI E LETTERATURA GIOVEDI' 23 MAGGIO, ore 18.00 - Libreria Einaudi via Mascarella 11a Joseph Conrad "Linea d'ombra" ovvero l'ineffabile cammino dell'esistenza Mariangela Pierantozzi, psicoanalista
Cos’è la linea d’ombra? E’ quell’ombra lineare proiettata dal sole che batte sulla freccia del quadrante solare. Ma per Joseph Conrad è la linea di demarcazione tra la giovinezza e la fase successiva della vita. Quando la fiamma della giovinezza si estingue, si produce, nello spirito umano, un cambiamento. E’ una esperienza di lutto per l’abbandono definitivo di una parte della vita. E’ la storia di un passaggio e del suo rito.
Ingresso libero
INCONTRI AL MANZONI CON SCRITTORI E FILOSOFI 2013 INIZIATIVA GRATUITA APERTA AL PUBBLICO FINO A ESAURIMENTO POSTI E SENZA PRENOTAZIONE Il Teatro Auditorium Manzoni dedica quattro venerdì pomeriggio alla seconda edizione degli “Incontri al Manzoni con scrittori e filosofi”. Nel Foyer del Teatro (via dé Monari 1/2) saranno organizzati incontri con scrittori e filosofi su tematiche di attualità. Nell’organizzazione degli eventi saranno coinvolti i numerosi circoli di lettori presenti nella città di Bologna che, come evidenziato in un articolo di Repubblica, è la città che vanta il maggior numero di circoli in Italia. Gli incontri saranno preceduti da un breve momento musicale a cura dei più promettenti allievi e insegnanti del corso estivo “Musica e natura a Castelluccio”. Venerdì 22 marzo – ore 17.00 GIULIO LAURENTI In collaborazione con la Casa Editrice Einaudi e il Punto Einaudi di Bologna Giulio Laurenti, autore di Suerte edito da Einaudi Stile Libero, leggerà alcuni brani del suo romanzo ispirato alla vita di Ilan Fernandez, ex narcotrafficante divenuto stilista di moda giovanile. Venerdì 5 aprile – ore 17.00 MARCO GUZZI e GIANCARLO SISSA In collaborazione con Edizioni Paoline Le trasformazioni del femminile attraverso la storia, le ipotesi del sacro, la poesia come segno di una mutazione antropologica ancora più vasta e come prezioso elemento di riflessione umana. Venerdì 19 aprile – ore 17.00 MATTEO MARCHESINI In collaborazione con Edizioni Pendragon e Libri Scheiwiller L’autore leggerà, tra commenti e dialogo con il pubblico, brani tratti da due libri: le satire di Bologna in corsivo. Una città fatta a pezzi (Pendragon) e le poesie di Marcia nuziale (Scheiwiller). Venerdì 24 maggio – ore 17.00 MICHELA MURGIA In collaborazione con la Casa Editrice Einaudi e il Punto Einaudi di Bologna Musiche di Johann Sebastian Bach Michela Murgia invita la società moderna a rompere quella comunicazione che vorrebbe le donne vittime piangenti su se stesse. Le donne sono libere ed è il loro coraggio che interrompe la sequenza di violenza, è la loro determinazione, la loro forza e la loro presa di consapevolezza. all'Einaudi, via Mascarella 11/a tre incontri dedicati a "Un'altra letteratura" Voce: Maria Grazia Lorenzo Suoni: Antonio Masella Venerdì 1 marzo ore 18,30 TRA TORINO E MILANO Madame de Staël arriva in Italia Pellico scrive dal carcere, altri sulle lapidi Scott e Manzoni: avventura e sposi promessi Qui Londra: parla Giuseppe Mazzini Leopardi all'indice: Operette Morali immorali Venerdì 8 marzo ore 18,30 L'ETA' DELLA NAZIONE 1861 - 1915 Pascoli guarda l'Italia e dice... Giovanni Pascoli e Andrea Costa In posa per una fotografia Vade retro Fogazzaro Venerdì 15 marzo ore 18,30 DALL'ETA' DELLA GUERRA...1915 - 1945 All'armi siam burattini Ungaretti contro Montale ...ALL'ETA' DEL BENESSERE le donne poetesse Ingresso libero e aperitivo al termine di ogni incontro
PAROLE: POESIA E PSICOLOGIA. POEMETTI IN VERSI DI LUCA BERTOLETTI Luca Bertoletti, lettura Igor Cantarelli, violino SABATO 15 DICEMBRE ORE 17.30 Alla Libreria Einaudi, via Mascarella 11/a. Ingresso libero Melodie che percorrono lunghe distanze - dall'Emilia al Brasile attraverso la Francia - e che accompagneranno le emozioni dei versi, letti dall'autore sulle note del violino di Cantarelli. Il percorso della trilogia di Bertoletti fa un po' sognare e un po' tornare coi piedi per terra, a metà tra le languide ambientazioni oniriche e le più crude scene di vita vera. Le storie degli uomini, delle donne e dei bambini di queste pagine sono le storie di tutti, ma a differenza di tanti personaggi, questi non si <travestono> mai. Restano nei loro abiti, anche quando sono stretti, sporchi o scomodi. I protagonisti di Bertoletti si accettano per come sono e non hanno mai vergogna. <Lunero>, <Lo psicologo scalzo> e <Saggiomatto>, editi da Campanotto e inseriti nel cofanetto illustrato da Federico Rosselli, sanno essere un po' presepi consacrati e un po' carnevali multiformi, molto autobiografici ma mai troppo privati. Ci si può ficcare il naso volentieri perché non ci si sente mai indiscreti: le porte delle case sono sempre aperte, le piazze piene di gente che lava i propri panni sporchi, le famiglie mai riservate, le coppie molto schiette, come il vino di Torrechiara, paese che fa bella mostra di sé in maniera genuina e vivida. Sulle note de <Il pescatore di stelle> di Iller Pattacini, di <La chanson des vieux amants> di Jacques Brel (che in questo caso pare cantare simbolicamente l'amore tra lo scrittore e la sua poesia) e di <Insensatez> di Antonio Carlos Jobim, e lungo improvvisazioni a tratti languide a volte spasmodiche, il pubblico <danzerà> un lungo giro di valzer, a occhi socchiusi, volteggiante ma fermo, come <le gocce sugli oggetti>. Seguirà aperitivo Nota biografica Luca Bertoletti è nato a Parma nel 1960. Si laurea a Padova. Si specializza in Psicoterapia analitica alla scuola di Alfred Adler di Milano. Ha pubblicato cinque libri di poesie: Dentro e fuori le cose (insieme ad Annalisa Bertoletti); Esercizi di ottobre; Minimi suoni dell’aria (Campanotto Editore, 1999); Verso un movimento di fine (Parma, 1995); Lineamento (Campanotto Editore, 1999). Alcune poesie sono apparse sulla rivista “Poesia” (Crocetti) e sul mensile “Millelibri” (Giorgio Mondadori); altre pubblicate il Coglierò per te l’ultima rosa del giardino. Poesie d’amore a Parma (MUP Editore, 2005). E’ menzionato nell’Enciclopedia di Parma curata da Franco Maria Ricci sotto la voce “Poesia oggi”, ed è segnalato nell’antologia Officina parmigiana. La cultura letteraria di Parma nel ‘900 a cura di Paolo Lagazzi (Guanda). Nel numero 7/8 della rivista “Palazzo Sanvitale” compare il racconto Non piangere argentina, poi diventato sceneggiatura per il cortometraggio omonimo del regista Luca Mazzieri. Nella collana “Biblioteca parmigiana del Novecento” (MUP Editore) viene pubblicato il racconto L’occhio di bue. Ultima fatica è il poema in verso libero Lunero, dedicato alla figura del famoso fisarmonicista Iller Pattacini (MUO Editore, 2006) Nel 2006 ha partecipato al Festival Parma Poesia ’06, al Festival del Racconto (Premio Arturo Loria) Carpi ’06 e nel 2007 ha unito parole e musica in un solo CD dal titolo La favola di Lunero. E’ intervenuto alla rassegna poetica “So Fringe” ’08 a Soragna e, recentemente, al Festival Poesia Parma 2012. 8 dicembre 2012 - 21 gennaio 2013 sabato 8 dicembre ore 17,30 inaugurazione della mostra mille giorni di laboratorio teatro (in)stabile intervengono Giancarlo Sissa con Michele Collina e gli attori del teatro (in)stabile foto di Caterina Abruzzese - Antonella Diamanti - Antonio Abruzzese - Michele Collina segue aperitivo - ingresso libero
L'uomo innanzitutto, la lettura stimola il pensiero GIOVEDI' 6 DICEMBRE, ore 21.00 Ostacoli superati. Le dipendenze, fisiche e psicologiche GIULIO LAURENTI, scrittore e autore di "Suerte", ed. Einaudi ENRICO MALFERRARI, responsabile Area interventi residenziali dell'Associazione Centro Sociale "Papa Giovanni XXIII" MARIO CIPRESSI, coordinatore Centro di Solidarietà di Reggio Emilia ROBERTO BERSELLI, presidente del Centro Solidarietà "L'Orizzonte" L'incontro si terrà presso il Centro Civico "La Corte", via f.lli Cantini 8 - Traversetolo (PR) Ingresso libero
27 novembre 2012 alle ore 20,45
presso la Casa per la Pace la Filanda
Via Canonici Renani 10 - Casalecchio di Reno (Bo)
Economia a colori, ed. Einaudi
CICLO DI INCONTRI SU PSICOANALISI E LETTERATURA
Giovedi 11 ottobre alle ore 18.30, Mariangela Pierantozzi (psicoanalista) parlerà de Il coraggio di guardare il male a partire dal romanzo di J. Littell "Le benevole" pubblicato da Einaudi. Un duo di violino e violoncello eseguirà brani musicali di J.P. Rameau, J.S. Bach, B. Bartok e musiche della tradizione popolare ebraica
Giovedi 25 ottobre alle ore 18.30, Angela Peduto (psicoanalista) parlerà di Freud scrittore dell' inconscio toccando i temi aperti dalla pubblicazione dei "Racconti analitici" di Freud per Einaudi.
Gli incontri si terranno alla Libreria Einaudi in via Mascarella 11/a. Ingresso libero
♦ ♦ ♦ ♦ ♦ La città dello Zecchino SABATO 8 SETTEMBRE tutti in strada! In via Mascarella e in via delle Belle Arti tante attività gratuite dedicate ai bambini. I NOSTRI LABORATORI qui al PUNTO EINAUDI ore 10.30 "Effetti speciali sulla carta" Durata: 1h; età: 8-12 ore 11.30 "La racconta fiabe" Durata: 45'; età: 3-7 ore 15.30 "Lavoriamo con la carta" Durata: 1h; età: 8-12 ore 16.45 "La racconta fiabe" Durata: 1h; età: 3-7 ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ In attesa degli eventi di Settembre, vi lasciamo alcune poesie di Giulio Laurenti
Quando trema la terra
si fermano i cuori il globo ha perso un battito e dopo il boato la fragilità nostra è l'unica cosa che resta in piedi pericolante, incrinata stordita e spaventata ora tutto ha un suono diverso è il cuore collettivo che batte all'unisono ***
Una Rosa senza petali solo fatta di spine non appassisce ma neppure sboccia e se l'età avanzata non è che un avanzo e la vita trascorsa è solo passata se l'éskhatos dei greci non è l'ultimo luogo di conferma o smentita per ciò che si è stati eppure mai divenuti se la morte ci parla mentre noi siamo sordi e solo di soldi e potere ci priva la fine ma di nessun affetto nè dono d'amore allora svanisce il corpo di qualcuno già morto. ♦ ♦ ♦ ♦ ♦
LUNEDI' 4 GIUGNO ore 18.00 in via MASCARELLA 11/a "Strade d'arte tra le Fiandre e Bologna nel secondo Cinquecento" La conferenza esplora alcuni snodi significativi della pittura del secondo Cinquecento tra le Fiandre e Bologna, per raccontare la trama complessa e vitale degli scambi di idee, delle migrazioni di modelli iconografici, delle affinità stilistiche e dei viaggi degli artisti. Terrà la conferenza la Professoressa Angela Ghirardi (Università degli Studi di di Bologna) ♦ ♦ ♦ ♦ ♦
MERCOLEDI 23 MAGGIO ORE 18,30 APPUNTAMENTO IN VIA MASCARELLA 11/a UN'ALTRA LETTERATURA VIAGGIO RECITATO NELL'ATLANTE DELLA LETTERATURA ITALIANA Voce: Maria Grazia Lorenzo Suoni: Antonio Masella UN VIAGGIO UN AVVENIMENTO UN LUOGO 23 Maggio "DA ROMA A NAPOLI PASSANDO PER VENEZIA" 1607 - Venezia: assassinare il letterato 1655 - Cristina di Svezia nella città eterna 1694 - la Napoli di G.B. Vico e P. Giannone
9 Maggio "DA TRENTO A ROMA PASSANDO PER BOLOGNA" 1530 - a Bologna c'è l'Imperatore 1563 - donne dietro le grate 1583 - Giordano Bruno a Londra
Gli incontri si ispirano al secondo volume dell'Atlante della Letteratura Italiana (Einaudi) rielaborati e arricchiti da poesie e prose della nostra letteratura a cura di Maria Grazia Lorenzo Appuntamenti in via Mascarella 11/a alle ore 18.30 Segue aperitivo, ingresso libero ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ GIOVEDI' 17 MAGGIO alle 18.00 Giulio Laurenti presenterà il suo libro SUERTE
la storia vera di Ilan Fernández: l'epopea criminale di un narcos per la prima volta raccontata dall'interno. "Che io l'abbia scampata e che in corpo custodisca solo le mie ossa è già un bel miracolo. Non è l'unico della mia vita". Einaudi
Per più di un anno Ilan Fernández, uno dei maggiori narcotrafficanti a livello internazionale, oggi imprenditore di successo dopo aver pagato il suo conto con la giustizia, ha raccontato a Giulio Laurenti la sua vita rocambolesca e pericolosa: anzi, le sue due vite. Con questo romanzo l'autore, oltre la storia di una vita, racconta molto bene e tenta di capire "le motivazioni che stanno dietro le scelte di un ragazzo di 18 anni". "Che io l'abbia scampata e che in corpo custodisca solo le mie ossa è già un bel miracolo. Non è l'unico della mia vita". "Fossi nato una generazione prima sarei stato certamente un capo rivoluzionario. Sono venuto al mondo quando in Colombia si erano aperte altre strade alla rabbia". "Mia madre spiegava che Nonno Jack era abituato a carezzarla col retro della mano, peli e nocche nodose, unghie marroni di nicotina: - il palmo della mano non è abbastanza puro per sfiorarti - diceva. Le mie mani hanno impugnato armi e quando erano solo mani nude colpivano con le nocche producendo un urto che rompeva le ossa. Carezzare mi è più facile con lo sguardo che col gesto. Se veramente c'è un'altra metà da vivere lo vorrei fare senza calli sulle mani, senza ombre dentro, e come dice mia figlia adolescente, senza che la carezza sia uno schiaffo dato con lentezza". Vi attendiamo numerosi LIBRERIA EINAUDI VIA MASCARELLA 11/A - Segue aperitivo, Ingresso libero Giulio Laurenti ha pubblicato, tra gli altri, i racconti 3 etti & 1/2 (pequod 2001) e la raccolta di poesie dire & disdire (david Ghaleb 2010). Ha creato la web-tv www.nonleggere.it, una delle più grandi tv letterarie in Europa. Ha scritto e diretto cortometraggi. Vive nella Tuscia. Il suo sito è www.giuliolaurenti.com. ♦ ♦ ♦ ♦ ♦
Nell'ambito della Rassegna incontri al MANZONI con Scrittori e Filosofi SABATO 28 APRILE, ore 17.30 nel Foyer del Teatro Manzoni, via Dé Monari 1/2 MARCELLO FOIS
in collaborazione con il PUNTO EINAUDI L'incontro sarà preceduto da un breve momento musicale di giovani talenti a fianco dei loro insegnanti. In occasione della presentazione sarà possibile acquistare il libro.
:: musical…/ ”mente” giovedì 26 aprile alle 18,00 Stefano Mongiat (Chitarra classica) e Takako Nagayama (Soprano) con i loro intermezzi musicali accompagnano la presentazione del "MAGGIO DI INFORMAZIONE PSICOLOGICA" la serata prevede l'intervento delle psicologhe: Nadia Zuccarello, Concetta Paduanello e Giulia Grava Vi attendiamo numerosi LIBRERIA EINAUDI VIA MASCARELLA 11/A - Segue aperitivo, Ingresso libero ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ 11 APRILE 2012 , ore 18.00 alla Libreria Einaudi, via Mascarella 11/a Maria Grazia Lorenzo e Antonio Masella, presentano CITTA' INVISIBILI, viaggio tra parole e suoni liberamente tratto da "Le città invisibili" di Italo Calvino Ingresso libero Segue aperitivo
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Mostra fotografica
Libreria Einaudi, Via Mascarella 11/a , Bologna Riccardo de Francesco アーバン・ユース ABAN YUSU urban youth La mostra consiste di 22 immagini raccolte in Giappone nelle città di Tokyo, Kyoto, Kamakura e Nara, tra l'estate del 2006 e l'autunno del 2010. Il "seinen", 青年 cioè il "giovane" giapponese nelle varie declinazioni quotidiane, è riconosciuto come una delle possibili e più interessanti metafore del continuo e conflittuale "movimento tellurico" o "clash of cultures" interno ed interiore presente, ineludibile e connotante il Giappone dal suo ingresso nella modernità a metà del XIX secolo. Aban Yusu, アーバン・ユース ovvero "gioventù urbana" perché gli scatti proposti nella mostra sono "appunti di transizione" cioè tentativi di raccolta e conservazione di impronte e tracce volatili di esistenze ancora non compiute e definite in ogni dettaglio ma già pienamente vitali e vibranti nel loro essere giovani (dunque "iniziali" ed in mutamento continuo) ed urbane, nel senso di "aggregate", "contenute" e "gestite". Il nesso trasversale che pare attraversare tutti i soggetti catturati nella loro eterogeneità silenziosa e "di passaggio", pur riconoscendo una certa familiarità con stilemi ed estetiche occidentali, è in realtà quello inerente al tema della resistenza. Ogni volto, ogni gesto, ogni scomposizione di quotidianità, tutto insomma suggerisce, in una sorta di contenuto struggimento, un' "opposizione dello spirito" intimamente resistente allo straniamento della contemporaneità e della saturazione materiale dell'esistenza. Come per tutti i lavori fotografici di Riccardo de Francesco l'apparecchio fotografico usato è una reflex digitale Canon 7D con un settaggio già in camera sul bianco e nero. Nessun uso di flash o di zoom ma con l'utilizzo esclusivo di obiettivo Canon a focale fissa 50mm/f 1.4 . L'impostazione ISO è sempre compresa tra 1600 e 4000. La definizione a priori della limitazione tecnica dello strumento propone un'osservazione volontariamente resa "acerba" e ridotta ai minimi termini. Da giovani si commettono tantissimi errori. Ma se vengono perpetrati con feroce innocenza, lo "Spirito del Mondo" è salvo: perché la Terra è fatta per essere domata e vinta dalla gioventù.
Kenzo Tsukazaki ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ officinaMentis, in collaborazione con altri soggetti della vita culturale cittadina, organizza incontri culturali aperti a tutti e ad ingresso libero, pensati come momenti nei quali la psicoanalisi si cimenta nell'ascolto e nell'incontro di altri mondi e altri linguaggi.
SABATO 14 APRILE ore 16.30 Museo della Musica, Strada Maggiore 34, Bologna La musica segreta: Vivaldi e le fanciulle della Pietà con A. Peduto e i Cameristi della Cappella Musicale di San Domenico Ingresso € 4,00
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presso la Libreria Einaudi, via Mascarella 11/a SABATO 3 MARZO, ORE 17.00 GLI ANTICHI E IL TEMPO calendari e profezie Relatrice: Maria Longhena, Archeologa
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presso la Libreria Einaudi, Via Mascarella 11/a , Bologna presentazione del libro di Vincenzo Lagioia "La vera storia di Dorian Gray" una biografia di epoca vittoriana Minerva Edizioni Discutono con l'autore Cesarina Casanova (Università di Bologna) e Fausto Arici (Facoltà Teologica Emilia-Romagna) Chi era Dorian Gray? Il protagonista del famoso romanzo di Oscar Wilde "Il ritratto di Dorian Gray" alla ricerca dell'immortalità e della bellezza eterna è realmente esistito? Nella londra Letteraria di fine '800, quando lo scrittore irlandese incantava il suo pubblico con le pièces teatrali e i successi di "Lady Windermere's Fan" e "The Importance of Being Earnest", tutti parlavano della sua profonda amicizia con un giovane poeta che ispirò il grande scrittore irlandese a renderlo "immortale" nel suo romanzo con il nome di Dorian Gray. Di tutta questa storia fino ad oggi nessuno sapeva nulla, o quasi. Questo libro ve la racconterà. Ingresso libero ♦ ♦ ♦ ♦ ♦
officinaMentis, in collaborazione con altri soggetti della vita culturale cittadina, organizza incontri culturali aperti a tutti e ad ingresso libero, pensati come momenti nei quali la psicoanalisi si cimenta nell'ascolto e nell'incontro di altri mondi e altri linguaggi. Venerdi 10 febbraio e sabato 11 febbraio 2012 sono previsti due incontri, con la letteratura di Murakami e la musica di Vivaldi.
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“...calma nell’azione” e libertà attraverso la lettura, questo è il nostro motto «La calma nell’azione. Come una cascata diventa nella caduta più lenta e sospesa, così il grande uomo d’azione suole agire con più calma di quanto il suo impetuoso desiderio facesse prevedere prima dell’azione.» (Friedrich Nietzsche, Umano, troppo umano) |
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