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Elkin, Flâneuse

 
collana: Frontiere
editore: Einaudi
data pubblicazione: 17/06/2022
pagine: 368
prezzo: € 21,00
ISBN: 9788806247027
a cura di: 
traduzione di: Katia Bagnoli
argomento:
formato: rilegato
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Lauren Elkin

Flâneuse

Donne che camminano per la città a Parigi, New York, Tokyo, Venezia e Londra

 

Per essere trasgressive, alle donne basta uscire dalla porta di casa. Il flâneur, il camminatore urbano, può essere solo un uomo? La sua libertà, che ha affascinato autori come Poe o Baudelaire, è declinabile solo al maschile? Niente di piú sbagliato: da Parigi a Tokyo, da Londra a Venezia, Flâneuse racconta la storia nascosta della conquista della strada da parte delle donne. Virginia Woolf, Jean Rhys, Agnès Varda e tante altre: ribelli che hanno fatto della loro indipendenza personale, artistica o collettiva una battaglia gentile in grado di parlare a tutte le donne, e non solo, di oggi.

Il flâneur è l’eroe della modernità: appena Napoleone III diede a Haussmann l’incarico di ridisegnare le strade di Parigi, gli uomini iniziarono a camminarci, attirando nel corso dei decenni l’attenzione di artisti e intellettuali come Baudelaire e Benjamin, che fecero del flâneur una figura leggendaria, simbolo di libertà e autodeterminazione. Le donne, in tutto questo, dov’erano? La maggior parte dei dizionari francesi non riportava nemmeno il termine flâneuse. Il Pantheon di Parigi è dedicato agli uomini illustri, e coerentemente ospita sepolcri in larga maggioranza maschili. Nell’ammodernamento ottocentesco di Madrid, solo una strada venne intitolata a una donna. La parola «passeggiatrice» ancora oggi ci parla di prostitute, non di donne che camminano. Lauren Elkin non ci sta: in Flâneuse ricostruisce una genealogia letteraria, storica, culturale di donne che con le strade cittadine hanno intrattenuto un legame profondo, creativo ed emotivo, quello che Will Self definisce «psicogeografico».
Cosí, dagli incamminabili sobborghi di New York, dove Elkin è nata, ci spostiamo nella Parigi rivoluzionaria, in cui George Sand dismette vestiti, gonne e cappellini per destreggiarsi tra barricate e omnibus in stivali e redingote; e poi a Londra, sulle orme di Virginia Woolf che attraversa la città alla ricerca di una matita, e di nuovo a Parigi, ma nel 1919, quando Proust vince il Goncourt, Sylvia Beach apre la sua celebre libreria, e Jean Rhys diventa una perfetta «ragazza della Rive gauche». Passeggiando, arriviamo a Venezia, dove Sophie Calle pedina il misterioso Henri B. per fotografarlo di nascosto, e poi a Tokyo, e ancora a Parigi, con la Cléo di Agnès Varda, e infine si torna a casa, a New York, dove Elkin si perde. Perché, come dice Perec, lo spazio è un dubbio: «non è mai mio, mai mi viene dato, devo conquistarlo». Come hanno fatto le flâneuses nella storia, come fa Elkin in questo libro.

 

Lauren Elkin, nata e cresciuta a New York, ha trascorso vent'anni a Parigi e vari periodi fra Tokyo, Venezia e Hong Kong prima di trasferirsi a Londra, dove oggi vive. Traduttrice inglese, fra gli altri, de Le inseparabili di Simone de Beauvoir, Elkin è autrice di numerosi saggi comparsi su «London Review of Books», «The New York Times», «Le Monde», «The Times Literary Supplement». Finalista al PEN / Diamonstein- Spielvogel Award for the Art of the Essay, Flâneuse è stato nominato libro dell'anno da prestigiose testate, fra cui «Financial Times», «The Guardian», «New Statesman», «Emerald Street» e «The Observer», ed è in corso di traduzione in nove Paesi.

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